Livres des cheveux

TITOLO REDAZIONALE
Cinzia Zanfini, la nostra cara libraia, è malata. Ma legge
FONTE Facebook 11-12-24

In questi giorni sono malata e quindi lontana dai miei GC*. Mi sono messa a cercare per casa “Fondamenta degli incurabili” per curarmi con le parole di Brodskij ma non l’ho trovato. Però ho ritrovato “Una parentesi luminosa” di Marella Caracciolo Chia. Pubblicato nel 2008 da Adelphi Edizioni, è uno dei miei libri del cuore. Un libro nato quasi per caso mentre l’autrice stava facendo delle ricerche su Leone Caetani, quindicesimo duca di Sermoneta e marito di Vittoria Colonna. L’autrice si era incuriosita della storia di Leone Caetani. Viaggiatore, orientalista, membro del Parlamento dal 1909 al 1913, nel 1921 abbandona tutto: moglie, figlio e gli immensi possedimenti ereditati dalla famiglia. Insieme alla sua nuova compagna Ofelia Fabiani e alla loro bambina parte per il Canada e si stabilisce in una cittadina di pionieri tra le montagne dell’Okangan e in quel luogo trascorrerà gli ultimi quattordici anni della sua vita. Marella Caracciolo Chia si chiede il perché di una scelta così radicale e per diversi anni inizia a cercare il carteggio tra Vittoria Colonna e il marito in un viaggio tra gli archivi di Roma, Subiaco, la Pianura Pontina e il Canada ma senza risultati. Nel 2006, casualmente, le ricerche d’archivio portano alla luce anche un’altra vicenda, una storia d’amore breve ma intensa: quella tra la principessa romana e Umberto Boccioni. Un incontro che avviene nel giugno 1916 sul Lago Maggiore dove Vittoria aveva una casa sull’Isolino di San Giovanni, la più piccola delle isole Borromee. I due amanti si incontreranno ogni giorno fino al 23 luglio, meno di un mese dopo Boccioni morirà per una caduta da cavallo. Questo libro racconta una passione rapinosa, una storia vera che ha tutti gli ingredienti di un romanzo: una principessa, un artista, la guerra, un tragico destino, un fascio di lettere nascoste per quasi un secolo.
Molto prima della saga dei Florio, molto prima dei romanzi sulle principesse siciliane o sulle famiglie imprenditoriali lombarde, Marella Caracciolo Chia ci regala una storia – ricca e ben documentata – che ha il respiro della grande narrativa.
*GC = Gentile Cliente.

Cinzia Zanfini 11-12-24 #vitadalibraia

Giovanna Ragionieri
Lo lessi molto volentieri alcuni anni fa, anche per la mia passione per Boccioni. E se le novità stilistiche dell’ultima fase del pittore, con il ritorno al paesaggio, dovessero qualcosa anche all’amore per Vittoria?

Blitz siriano

FONTE Facebook 10-12-24
Post della sezione Notizie
Franco Bortolotti

Una ricostruzione piuttosto precisa degli avvenimenti di Siria (nel primo post sotto). Sembrerebbe essersi trattato di una sorta di “operazione speciale” ben riuscita (anche perché ben finanziata a differenza di quella sventurata di Putin in Ucraina, che sulla sua strada ha trovato finanziatori con altri mezzi). A me sembrerebbe che quello di Damasco sia stato più un “25 luglio” che un “25 aprile”, comunque meglio così, piuttosto che la pugna “fino alla fine”. Con paarticolari esilaranti, come quello dei giornalisti che continuano a condurre i programmi di sempre e dicono “finora vi abbiamo raccontato solo bugie. Però non è colpa nostra”. I turchi sarebbero i grandi tessitori della trama, che alla fine avrebbe visto un unanimismo da operetta: “I ministri di Qatar, Arabia Saudita, Giordania, Egitto Iraq, Iran, Turchia e un rappresentante della Federazione Russa hanno sottolineato, in una dichiarazione congiunta, che la crisi siriana costituisce uno “sviluppo pericoloso per la sicurezza del Paese e per la sicurezza regionale e internazionale”, che richiede che tutte le parti “si sforzino di trovare una soluzione politica che porti a fermare le operazioni militari e a proteggere i civili dalle ripercussioni”.” Bene. Gli americani ovviamente erano della partita, anche se ora sono un po’ in imbarazzo (ma passerà) di fronte a una organizzazione definita terrorista per legge con un capo su cui hanno messo una taglia di 10 milioni di dollari, che ora prendono in mano un paese. Chi sarà di troppo, fra le basi americane, quelle russe e gli occupanti israeliani ? (com’era quella che un paese deve potersi scegliere gli alleati?). Forse potranno continuare a coesistere, forse rimarranno col cerino acceso i soliti curdi, che tanto ci sono abituati.

Franco Bortolotti 10-12-24

Il treno dei bambini

Mauro Imbimbo segnala un episodio del primo dopoguerra italiano documentato da un libro e da una serie televisiva

Io e mia moglie abbiamo visto, su Netflix, ‘Il treno dei bambini’. Ho cercato di vederlo mettendo da parte quanto già sapevo del romanzo da cui è tratto, autrice Ardone, anno 2019, e soprattutto delle ricerche di chi per primo aveva riscoperto una ‘grande storia italiana’- il mio amico Giovanni Rinaldi. Il film, come è noto, descrive solo un episodio della storia iniziata a Milano, da Teresa Noce, Pci, e che si può così riassumere: facciamo qualcosa, noi Udi, noi Pci, per salvare quanti più bambini possibile dalla miseria, dalla malattie, dalla fame, a partire proprio da Milano, e facciamolo chiedendo ai nostri compagni, alle loro famiglie, di ospitare quest bambini per qualche tempo in casa loro. I protagonisti del film, come del libro della Ardone, sono due mamme, una permanente, l’altra temporanea, e un bambino. Come ha chiarito Rinaldi sono effettivamente esistiti solo due di questi tre: la madre temporanea, Derna, che però viveva ad Ancona e non a Modena, come nel film e nel libro, ed il bambino, che si chiamava Americo, non Amerigo, e veniva da San Severo, non da Napoli, come nel libro e nel film. Ciò premesso, il film si vede con interesse. Ben girato, con attori davvero in gamba, sopra tutti Serena Rossi, Barbara Ronchi e il piccolo Christian Cervone. La genesi etico-politica della storia, il ruolo del Pci, c’è ma non è trattata molto: la regista, immagino sulla scorta del romanzo, si concentra sui bambini, tutto comincia a Napoli, sul trauma del trasferimento in famiglie sconosciute, i sentimenti contrastanti della madre naturale e di quella affidataria, i diversi contesti, i dialetti, insomma il grande dramma umano, tra paura e speranza. Impressionante, per l’Italia odierna, quello che furono capaci di fare quelle persone allora, 1946 e anni successivi, fino al 52-’53: organizzare un gigantesco salvataggio, ospitare in case modeste, spesso piene di altri bambini, i bambini e le bambine provenienti dalla miseria più dura. Una lezione morale che spicca di fronte alla miseria morale odierna- di una parte, non di tutti- che si manifesta in particolar modo di fronte alla ‘questione degli immigrati’. Il film è da vedere ma vi conisglio anche di leggere, se non lo avete ancora fatto, ‘ Treni della felicità’ 2009 e ‘ C’ero anch’io su quel treno’ 2021, entrambi di Giovanni Rinaldi, che ricostruiscono l’intera storia del ‘treni dei bambini’ attraverso le testimonianze di alcuni dei sopravvissuti. Un ottimo lavoro da antropologo e da studioso di storia orale, come è stato ed è Rinaldi.

Mauro Imbimbo

IL LIBRO

C’ero anch’io su quel treno. La vera storia dei bambini che unirono l’Italia di Giovanni Rinaldi (Autore) Solferino, 2021 EAN 9788828206569
Descrizione editore
Libro vincitore del Premio Benedetto Croce 2022 – Letteratura giornalistica

«I bambini affamati erano tanti. Cominciava il tempo umido e freddo e non c’era carbone. I casi pietosi erano molti, moltissimi. Bambini che dormivano in casse di segatura per avere meno freddo, senza lenzuola e senza coperte. Bambini rimasti soli o con parenti anziani che non avevano la forza e i mezzi per curarsi di loro.» Così scrisse Teresa Noce, dirigente dell’Udi, Unione donne italiane, che fu l’anima del grande sforzo collettivo avviato all’indomani della Seconda guerra mondiale per salvare i piccoli del Sud condannati dalla povertà. Li accolsero famiglie del Centro-Nord, spesso a loro volta povere ma disposte a ospitarli per qualche mese e dividere quel che c’era. Un’incredibile espressione di solidarietà che richiese un intenso lavoro logistico, con il coinvolgimento di medici e insegnanti. E che non fu priva di ostacoli, tra cui la diffidenza della Chiesa timorosa dell’indottrinamento filosovietico, con qualche parroco che avvertiva: «Se andate in Romagna i bimbi li ammazzano, se li mangiano al forno». Giovanni Rinaldi raccoglie queste storie da oltre vent’anni: partendo dalla sua terra, il Tavoliere delle Puglie, ha viaggiato in ogni regione d’Italia parlando con tanti ex bambini dei «treni della felicità». Franco che non aveva mai dormito in un letto pulito. Severino che non era mai andato in vacanza al mare. Dante che non sapeva cosa fosse una brioche. Rosanna che non voleva più togliere l’abito verde ricevuto in regalo, il primo con cui si sentiva bella. Con le loro voci e un’accurata ricostruzione storica disegna un mosaico di testimonianze di prima mano, divertenti e commoventi: il ritratto di un’Italia popolare eppure profondamente nobile.

e i curdi?

TITOLO REDAZIONALE
FONTE
Roberto Mapelli (editore de: Punto rosso)
Facebook 9-12-24

Una Siria in mano all’Islam politico sunnita alleata della Turchia e di fatto a Israele non credo che alla lunga si possa rappresentare come un progresso, infatti già oggi i droni turchi tornano a bombardare i curdi… La nostra bussola dev’essere la difesa del popolo curdo e del suo confederalismo democratico, che è la cosa più alternativa possibile a chi oggi sta comandando a Damasco… Tutti quelli che si riempiono la bocca con la retorica della democrazia e dell’occidente vedremo ora come si mobiliteranno per difendere le uniche esperienze realmente democratiche di quella parte di mondo…

Roberto Mapelli 9-12-24

Civiltà armate

pensierini oziosi di un ozioso

SI COMINCIA BENE

Unione Europea. Il programma presentato dalla presidente Ursula von der Leyen chiede ai paesi membri un aumento di spesa per la difesa. La motivazione è che senza difesa adeguata non c’è autonomia.
Due modestissime osservazioni:
1- non basta aumentare la spesa per la difesa per garantire l’autonomia. La maggior parte delle commesse militari sono orientate dalla Nato e consistono in tecnologia americana. Maggiore spesa quindi aumenta la dipendenza dagli Stati Uniti. Altro che autonomia europea;
2- La necessità di aumentare la spesa dei paesi europei viene motivata dalla guerra in corso Russia-Ucraina. Si porta il dato che la Russia investe per la difesa il 32,5 % del Pil per un totale di 145 miliardi dollari e quindi bisogna aumentare la nostra percentuale che deve essere portata oltre il 2% del Pil di ciascun paese membro. Se guardiamo i numeri in assoluto noi vediamo invece che la somma della spesa dei soli principali paesi europei assomma a ben 279 miliardi, 134 più della spesa della Russia, quasi il doppio. Logica vorrebbe, non spendere di più ma spendere meglio. Ma ovviamente la guerra è un pretesto per fare business.

TABELLA 1 – spesa per la difesa in percentuale sul Pil e valori assoluti in miliardi di dollari: Russia, Unione Europea e Stati Uniti

SOGGETTI% PILTOT
Russia32,5145
Unione Europea279
Stati Uniti3,5850

TABELLA 2- Spesa per la difesa dei principali paesi UE

PAESI% PILTOT
Regno Unito2,2397,68
Germania1,3982,11
Francia1,9464,27
Italia1,6834,46
Polonia2,3834,98

Ma siamo in pieno scontro di civiltà, dice qualcuno. Può essere, ma non capisco come si possa definire civile chi punta tutto sulla guerra, Usa in testa e europei in coda.

Gian Luigi Betti

il gatto e il cane hanno le corna?

TITOLO REDAZIONALE
Una pacata meditazione di Alberto Giovannetti
FONTE
Facebook 8-12-24

Sono seduto sul divano in salone, sorseggio un the e sono molto pensieroso…
Ho un’amante e non voglio che mia moglie lo scopra, ho paura che prima o poi dirò accidentalmente il suo nome nel sonno.
Così ho comprato un gatto e gli ho dato il nome della mia amante, così almeno avrò una scusa se mai mi dovesse scappare.
Questa mattina mia moglie ha portato a casa un cane di nome Claudio.
Sono seduto sul divano in salone, a sorseggiare un altro the, e ora sono ancora più pensieroso…

Alberto Giovannetti 8-12-24

se un son grilli un si vogliono

TITOLO REDAZIONALE
Una riflessione seria di Antonio Floridia sui voti e la politica dei 5 stelle
Fonte Facebook 7-12-24

GRILLO, ORAMAI, E’ FUORI DI TESTA…L’ultima sua trovata – la lettera di “referenze” per Conte inviata a Schlein, può essere anche divertente, ma dimostra che Grillo non ha capito proprio niente. A volte capita, un personaggio politico esercita un ruolo, anche importante, e Grillo a suo modo lo ha fatto, ma non si rende proprio conto di quello che effettivamente è successo Altro che regalare voti al PD!! E’ stato il PD a regalare MILIONI di voti al M5S: dapprima nel 2013 (quando Bersani pagò il costo di un sostegno troppo lungo a Monti, e Grillo si avvantaggiò di una grande e molto sospetta copertura mediatica, proprio per azzoppare quella pericolosa coppia di bolscevichi che erano Bersani e Vendola); poi soprattutto nel 2018. e qui Grillo deve solo ringraziare Renzi e le sue politiche; e ancora, in misura minore, nel 2022. Nel frattempo il M5S ha perso sì molti voti, ma sono voti di gente che aveva dei precedenti a destra e che a destra è tornata, già nel 2019, con Salvini e poi con la Meloni. Nell’immediato, non credo proprio che Grillo possa seriamente danneggiare Conte: anzi, – secondo le regole del mercato mediatico, più se ne parla meglio è, …e infatti il M5S è cresciuto nei sondaggi delle ultime settimane. I problemi del M5S sono altri. Più passa il tempo, più appare chiaro che la vera testa pensante del primo M5S fu Gianroberto Casaleggio con la sua ideologia tecno-futurista e antipolitica. Quella vecchia identità si è persa ed è irrecuperabile, e ora il M5S ha il problema di definire cosa vuole essere: definirsi “progressisti indipendenti” mi sembra, per ora, solo una soluzione verbale

Antonio Floridia, 7-12-24