MOTTI DA LEGARE 28

di Anna Maria Guideri

1 – L’altro volto dei femminicidi. Quale donna non preferirebbe suicidarsi al grido di giammai meglio la morte! piuttosto che subire le avances di La Russa, Salvini e Donzelli?
2 – Meloni versus Gruber. Il potere, più è grande, più deve farsi piccolo. Dignene (e dagnene) alla Meloni!
3 – Conflitto israelo-palestinese. La democrazia è quella cosa che giustifica le violenze commesse ai danni dei paesi non democratici: con la democrazia si può!
4 – Ambientalisti di sinistra: ecomunisti.
5 – Salvini. Lo stupido è l’essere più pericoloso. Perché? Perché si crede intelligente!
6 –Giambruno: E’ ovvio che se una donna si ubriaca rischia di incontrare il lupo cattivo … A qualcuno piace brilla!
7 –Il codice Rocco e i suoi Fratelli … d’Italia.8 Meloni vince: il vuoto fa il pieno.
9 – Destra: propaganda con effetti speciali; governo con effetti letali.
10 – Populismo: ti viene dietro se tu gli vai dietro.
11 – Sgarbi e la visibilità. Che senso ha essere scorretti se nessuno se ne accorge?
12 – Meloni è caduta nel tranello dei russi perché è troppo presuntuosa per credere che qualcuno la possa prendere per il culo.
13 – Non è importante il perché si fa il bene … purché si faccia.
14 – Meloni è una sostenitrice della sostituzione etica.
15 – Chi glielo farebbe fare ai diversi di difendere tanto la propria anormalità se non si sentissero del tutto normali e non considerassero anormali tutti gli altri?
16 – Bisogna sbagliare per sentirsi vivi …Avremo Meloni e Salvini da qui all’eternità…
17 – La destra italiana è repressa… più che repressa, regressa.
18 –Social e non solo … Il cervello assediato da una miriade di dati è come una discarica dove butti di tutto e non distingui niente. L’eccesso d’informazioni non aumenta la conoscenza, ma l’ignoranza.
19 – Italia. Quale futuro può avere un paese dove non si riesce più né a nascere né a morire?
20 – Sembra che le competenze matematiche siano assai inferiori a quelle linguistiche. Sarà forse perché blaterare è più facile che ragionare?
21 – Alla manifestazione del PD Renzi si notava per la sua assenza. Sarebbe stato peggio se si fosse notato per la sua presenza.
22 – Meloni: La signora degli anelli … al naso!
23 – Meloni: la forza della comunicazione non è la forza della ragione.
25 – Meloni beffata dai russi. Palazzo Chigi: la scena delle beffe.
26 – Magre consolazioni. Il nostro è un paese per vecchi …. ma bianchi!

Anna Maria Guideri, 23-11-2023

sbandieratori

Da Facebook Corrado Cirio 20-11-23

Ma dove sono finiti tutti i portatori di bandiera ucraini, quelli che volevano cancellare poeti, scrittori e cantanti russi, che inneggiavano ai Leopard e ai missili Himars, che invitavano Zelinsky ad ogni festicciola e a parlare ovunque? Ce ne fosse uno solo tra il mezzo milione di morti ucraini, ma no, sono qui tutti vivi e vegeti ad inneggiare al nuovo eroico esercito israeliano che ha ammazzato in un mese dieci volte tanti bambini di quelli uccisi in Ucraina dalle due parti in 18 mesi.
E stasera faranno il tifo contro l’Ucraina, perché sanno bene quali sono le cose importanti.

Note a margine del Caso Claps

Da Facebook un contributo di Gianpasquale Santomassimo

di Gianpasquale Santomassino

Note a margine del Caso Claps.
Ho guardato la fiction Rai sul Caso Claps e anche il documentario di Sky. Li ho guardati lentamente, perché ero turbato dalla vicenda allucinante e anche dall’ambientazione che suscitava troppi ricordi. Sembrerà strano, ma la cosa che mi ha fatto più impressione sono le scalinate, che in parte avevo dimenticato o rimosso. Per come sono ridotto oggi mi pare impossibile avere salito e sceso migliaia di volte tante scale (all’epoca non esistevano le scale mobili, evocate nella fiction, che fra l’altro non mostra le scale più lunghe e ripide, come quelle che facevamo ogni giorno per andare a scuola).
Ma vorrei dire qualcosa su quella chiesa, che non è quella mostrata nel telefilm (ma ben visibile nel documentario).
La chiesa della SS.Trinità era diventata la parrocchia della classe dirigente locale. L’orario della messa domenicale, alle 11, era molto comodo e consentiva di farsi vedere da tutti, salutare gli amici, omaggiare i potenti. Era anche l’unica chiesa che si affacciasse sul corso principale. Il viscido arciprete della Trinità, nel suo delirio di onnipotenza, vagheggiava che gli abbattessero l’isolato che si interponeva tra la chiesa e la piazza principale, ma per fortuna su questo non potevano dargli soddisfazione.
Ma quella chiesa aveva avuto una storia più nobile e interessante, legata alla figura di Don Vincenzo D’Elia, che nel 1919 aveva ricevuto da Don Luigi Sturzo il mandato di costruire il Partito Popolare in Lucania, e che va considerato il creatore effettivo della presenza politica dei cattolici nella regione. Il giovane Emilio Colombo era stato suo allievo, e con lui gran parte della prima classe dirigente che avrebbe conquistato una forte egemonia regionale, scalzando l’influenza delle consorterie legate a Francesco Saverio Nitti. Tenne in vita una presenza, durante il regime, che se non si può definire antifascista fu sicuramente “afascista”, declinata in termini concorrenziali più che oppositivi.
Ripensando a posteriori a quella vicenda mi sono fatto l’idea che l’arciprete della Trinità avesse sofferto di un vero e proprio complesso di inferiorità rispetto alla memoria di Don D’Elia, cercando in tutti i modi di riprodurne l’attivismo culturale e politico, fondando associazioni, ospitando giovani, ma senza avere la cultura e la stoffa del suo predecessore. E con risultati mediocri o disastrosi.
Un’ultima cosa da segnalare è che la chiesa lucana aveva avuto fino ad allora una tradizione relativamente “progressista”, che viene spegnendosi in quegli anni e che oggi pare un ricordo sbiadito del passato, come testimoniano le parole e gli atti, di incredibile arroganza, del vescovo attuale sulla vicenda di Elisa Claps, con la decisione di riaprire la chiesa con una lapide in ricordo dell’arciprete ma non di Elisa, uccisa e lasciata per tanti anni sotto il tetto di quella chiesa. Ma per due secoli la tradizione era stata molto diversa.
Io sono nato in una stradina vicina al Duomo, che si chiama “Via dei sacerdoti liberali”. Un nome che mi era sempre suonato molto strano, quasi paradossale, fino a quando in età matura non avevo studiato il periodo napoleonico in Italia. Per scoprire che la Chiesa di Potenza aveva aderito alla Repubblica Napoletana. E che quando le bande sanfediste del cardinale Ruffo espugnarono Potenza il vescovo venne decapitato sul sagrato del Duomo, e la sua testa, conficcata in una picca, venne portata in processione nelle strade cittadine.

Fango

da Anna Maria Guideri

Fango in cumuli, in isole,
in promontori, in putridi conati.
Fango sull’ordine apparente
del nostro confortevole decoro.
Fango sulla nostra vita.

Sfacciato e spietato rovescia sulle strade
le viscere della città violata,
la sua intimità segreta,
la nuda fragilità.
Ne deturpa il volto
come una maschera orrifica.

Il fango è il lascito del fiume
dall’inquieto sonno e al suo tocco
un sortilegio muta i simboli del progresso
in barchette di carta alla deriva …
e l’indifferenza , in follia.

L’acqua infuriata colpisce alla cieca,
divora lo spazio, non conosce confini
fra povertà e ricchezza, bellezza e squallore,
fra gli oggetti del sapere e dell’effimero.

Il fango tutto impasta e confonde
in un rigurgito ripugnante
e crea un contagio temuto fra cose
da sempre lontane fra loro:
tutto tiene assurdamente insieme.

E come un giustiziere della notte
sancisce una tragica uguaglianza
fra diverse realtà e ci mostra
il volto oscuro del nostro destino.

Anna Maria Guideri, 16-11-2023

Firenze alle elezioni

A Firenze sìapprestan l’elezioni
squillan le chiarine rimbombano i tromboni

«Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo ‘nferno tuo nome si spande!»
Dante

S’io fossi sindaco
abbrucerei e palazzi brutti
s’io fossi questore, li manderei ‘n galera
coloro ch’ hann’ osato far cotali e
quelli ch’ han pagato tal brutture.

s’io fossi lo prefetto, sarei allor perfetto
per ripensare ad una città nova:
una città vietata agl’imbecilli,
a delinquenti, profittator, ruffiani
ai mentitori e agli accalappiacani.

Chi rimarrebbe non mi viene in mente
nessuno del consiglio comunale
nessuno di chi vende prosecco e lampredotto
panini con cipolle e coca cola
bistecche di cartone e vin brulé

kebabbi puzzolenti e sushi mosci
e chi strombazza con il clacso ‘n gola
io lui lo metterei s’una carriola
fermo lì
in mezzo della strada FIPILI

che tutti gli strombazzano correndo
passando accanto con rumore orrendo.
Chi rimarrebbe non mi viene in mente
nessun di quei che stuprano le strade
coprendo antiche pietre coi catrami

adatte assai per lapidar gl’infami
nemmeno chi riempe coi dehori
e piazze e strade della città de’ fiori
che ormai sono soltanto crisantemi
perché siam morti tutti, o diventati scemi.

o popolo che sopporti tal coglioni
sciogli il Marzocco, avanti coi leoni

Enrico Tendi, 13-11-23