Candidati alla Casa Bianca

Dopo gli attori, i Paperon dei Paperoni. gli zii Tom oggi sembra giunto il momento degli atleti. Tra le tante specialità in voga in America sembra che prevalga il Wrestling, lo sport che meglio incarna lo spirito del Vero Americano.

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Candidati repubblicani

La risposta dei democratici

In alto : il grande John Cena: Uno dei volti più riconoscibili del wrestling moderno: noto per il suo slogan “Never Give Up” interpreta il volto del bravo giovane di campagna, ricorda Lil Abner di Al Cap.
Da sinistra
The Rock Dwayne Douglas Johnson, è anche attore e produttore cinematografico. Benché di origini canadesi e samoane. è nato in California e può quindi diventare Presidente degli Usa.
Ric Flair, pseudonimo di Richard Morgan Fliehr noto anche con il soprannome “Nature Boy” potrebbe essere un ottimo candidato alla vicepresidenza, in linea con la cultura woke
Macho Man. Randall Mario Poffo, meglio conosciuto come “Macho Man” Randy Savage, in realtà è attualmente morto ma potrebbe benissimo occupare il posto senza che nessuno se ne accorga

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Ciao ciao Bibi, ciao ciao

La lettera di Michael Moore al Presidente Netanyahu in visita d’affari al Congresso Americano

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Caro primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu:

Tra pochi minuti entrerete nel nostro Congresso degli Stati Uniti per tenere un raro discorso di un leader straniero a una sessione congiunta di senatori e membri della nostra Camera dei Rappresentanti.

Mentre ti avvicini al podio, potresti notare che il Presidente del Senato non sarà seduto lì sopra di te a presiedere, come da tradizione, l’aula. Questo perché il presidente del Senato è il vicepresidente Kamala Harris. Ha deciso di non partecipare. È estremamente raro che il Presidente del Senato salti un grande evento come questo. Non sarà lì ad applaudirvi o a stare con voi. Ha deciso invece di passare la giornata a, ehm, Indianapolis. A una riunione della confraternita.

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Trump il rivoluzionario

pensierini oziosi d’un ozioso

Ma com’è che, se è vero quello che dicono, un demagogo razzista fascista delinquente bugiardo e volgare come Trump corre il rischio questa volta di prendere più voti di qualsiasi sia il suo concorrente alla Casa Bianca? Dico voti, perché quando aveva vinto l’altra volta aveva 4 milioni e passa di voti in meno del suo avversario. E’ la democrazia bellezza. O sarà perché le sue bandiere sono rosse e lui saluta la folla col pugno chiuso e a muso duro? E poi lancia proposte popolari del tipo aboliamo le tasse, rinchiudiamoci in casa e non andiamo a far guerre al mondo, diamo lavoro e benessere ai nostri cittadini … Ma non erano parole d’ordine del socialista Sanders? E come Trump le destre europee avanzano (molto di più del numero degli eletti al Parlamento europeo – se si contano i voti ne hanno molto di più del centro. per non parlare della Francia che è un capitolo a parte: una monarchia elettiva costituzionale ove il Presidente comanda tutto e non lo schiodi se non con la ghigliottina).
Se si guarda bene in ogni parte del mondo stanno affermandosi dei signori che dicono: adesso ghe pensi mi, sarà effetto della disperazione che affligge gli animi in periodi di grave crisi, sarà che il bene rifugio della fede si è svalutato, sarà che le avanguardie hanno perso il seguito sarà che la società liquida ha reso melma il cervello … ma comunque c’è qualcuno che magari pesca nel torbido però propone qualcosa che potrebbe sembrare a favore del popolo se non addirittura di sinistra e non scandalizziamoci se della democrazia non si cura, anche la rivoluzione d’Ottobre e quella di Mao sono passate sulla canna del fucile. Eppure sarebbe semplice: dire qualcosa di sinistra, indossare qualcosa di rosso e fare il pugno chiuso. O no? Dobbiamo imparare da Trump?
C’è qualcosa che non torna.

Gian Luigi Betti
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La prima civiltà

da Facebook grazie ad Antonio Pettena
“Non è un caso che siano le parole di una donna … che da sempre è la vera custode della nostra civiltà”

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Anni fa, uno studente chiese all’antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una Cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra. Ma non fu così.
Mead disse che “il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito”. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Sei carne per bestie predatrici che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l’osso guarisca.
Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi. Mead disse che “aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia”. Essere civili è questo.

Ira Byock
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L’auto elettrica

pensierini oziosi d’un ozioso

Le auto elettriche cinesi. Bisogna fermarle, mettendo dazi esagerati. Perché? Perché sono scorretti e hanno approfittato di aiuti di Stato, quindi hanno infranto le regole del libero mercato. Ma nel libero mercato non si dovrebbe badare solo al fattore economico? cioè comprare dal miglior offerente? E lo Stato non dovrebbe star fuori da tutto? E se non lo fa non è che turba il libero mercato? Ma no si dice: lo Stato deve essere regolatore e non attore in modo tale da garantire la libera concorrenza che premia il più virtuoso e fa del bene al consumatore. Ma allora perché lo Stato penalizza il consumatore impedendogli di comprare l’auto più economica? E poi perché lo Stato interviene privatizzando (leggi svendendo) interi settori pubblici che andavano bene (se andavano male non le pigliava nessuno) e poi auspica l’ingresso di capitali stranieri ancor meno controllabili di quelli nostrani e che poi prendono i soldi e scappano, e chi li ripiglia? E se restano e fanno degli utili se li cuccano a casa loro o in qualche paradiso fiscale. E i cinesi che avrebbero aiutato l’industria auto verde (come altre) che male hanno fatto?. Se aspettavano che il privato investisse con prospettive di guadagno a lungo termine sarebbero tutti soffocati dal gas. Ma su questo punto li batteremo alla grande dimostrando la superiorità culturale morale democratica e libertaria del Mercato superiore anche in quanto fattore evolutivo: grazie al piccolo sacrificio di oggi i nostri nipoti nasceranno col filtro e potranno sopravvivere anzi dominare il mondo inquinato che si prospetta. Dico bene o c’è qualcosa che non torna?

Gian Luigi Betti
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La svolta green

pensierini oziosi d’un ozioso

Un bello spirito della corte stellata, mi pare un certo Marcomai, ha scritto un pezzetto sulla incongruenza dei cinesi che sono diventati i leader al mondo nelle tecnologie verdi (batterie, pale eoliche, pannelli solari ecc) ma che per far questo usano il carbone e quindi inquinano. Questa argomentazione viene riportata anche in TV dal noto guru Federico l’Apostata e sembra una di quelle veline prodotte da uno dei Think Tank che i neocon continuano a foraggiare per diffondere nel mondo la buona novella che gli americani sono buoni e vogliono liberare tutti dalle loro gabbie e cattivi pensieri, anche a costo di sane bastonate, per il loro bene, se non capiscono. Non so se è vero ma accettando questo postulato dei cinesi e del carbone mi viene in mente un quadro plausibile. I cinesi inquinano ora per pulire dopo: ad occhio sarebbe un sacrificio comprensibile e forse proficuo, perlomeno rispettoso delle future generazioni. Ma gli europei che dicono che il Green non si può fare perché rallenterebbe la produzione delle industrie (inquinanti), e gli americani che del brucia brucia hanno fatto il grido di battaglia “Burn, burn!” (oppure: “Drill, baby, drill” o “Energy independence” o “Unleash American energy”) fregandosene bellamente dell’ecologia?. Quindi: i cinesi sono cattivi perché inquinano per poi non inquinare, gli europei e gli americani invece sono buoni perché inquinano per poi inquinare. C’è qualcosa che non torna.

Gian Luigi Betti
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mentre vigilo sul riso che cuoce

«A quest’ora,
nel silenzio della mia cucina
mentre vigilo sul riso che cuoce
e sento gocciolare un rubinetto difettoso,
penso alle donne lontane
che si appendono un fucile in spalla
per entrare nella foresta.
O a quelle che si caricano il figlio
e camminano per ore in cerca di acqua.
O a quelle che si spogliano
in una stanza triste e si vendono.
Le figlie di Eva cacciate
da un mondo imperfetto che gocciola.»

(Begoña Abad Part, da “Cuaderno de poesía crítica nº. 135”)

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