MOTTI DA LEGARE 26

di Anna Maria Guideri

1 – Matteo Salvini: un politico CELEBREleso.
2 –Questione vocale: un conto è dire io E tu; un conto è dire io O tu.
3 – Diversità: l’universo è unidiverso.
4 – Questo governo durerà fino alla fine del mangiato.
5 – Vannacci, Giambruno & C. : la notorietà di alcuni personaggi eleva la stupidità delle loro esternazioni alla dignità di verità acquisite.
6 – Meloni: Io sono per la libertà di stampa e Giambruno è libero di scrivere tutto quello che vuole … la sottoscritta!
7 – Se è vero che sbagliando s’impara, quante cose avrà imparato Renzi!
8 – I normali sono coloro che ritengono normale la propria eccezionalità; i diversi sono coloro che ritengono normale la propria mediocrità.
9 – Migranti: schiavi d’accesso.
10 – Giovinezza, giovinezza … Siamo un popolo ancora in fasci.
11 – Miracoli della destra al potere: la moltiplicazione dei nani e dei fasci.
12 – Un leghista ha ucciso un ladro: leghissima difesa.
13 – Abbiamo un futuro … dietro le spalle: il fascismo.
14 – Burocrate: l’uomo che sussurrava ai cavilli.
15 – Matteo Renzi è un sostenitore della transizione egologica.
16 – Le vittime del maschilismo non sono solo le donne che subiscono lo stupro, ma anche quelle che lo giustificano.
17 – La complessità è un ostacolo creativo, così come la linearità è un vantaggio illusorio.
18 – Tutti i partiti estremisti si somigliano, ogni partito riformista è riformista a modo suo.
19 – Retorica celebrativa: il modo con cui si cerca di mantenere viva la memoria storica è spesso il modo migliore per cancellarla.
20 – Per realizzare l’uguaglianza ci vuole la differenza: dare meno a chi ha di più e di più a chi ha meno.
21 – Ci si avvia verso l’estinzione dei giornali cartacei: era la stampa, bellezza!
22 – E’ difficile che M. Salvini vada fuori di testa … con cosa può averla riempita per sentire il bisogno di uscirne?
23 – I neri sono diversi dai bianchi; le donne se lo vanno a cercare … Rivendicare il diritto di dire ovvietà quando non servono a nulla è un ovvio attestato di nullità.
24 – Le persone si frequentano o per competere o per incontrarsi. Da qui passa il discrimine fra bellicismo e pacifismo.

Anna Maria Guideri, 25-09-2023

Autunno ucraino

Qualche considerazione di Corrado Cirio tratta da Facebook

È vero che gran parte del mainstream italiota continua come un disco rotto a raccontare la guerra in Ucraina allo stesso modo (i buoni vinceranno, stanno vincendo), ma tra quelli che contano ormai la narrazione è diversa, avendo preso finalmente atto del totale fallimento della controffensiva Nato e della superiorità militare russa sul teatro di guerra.
Ora gli argomenti su cui si discute sono tre (ed appariranno pian piano sui media) :
1) Come e quando far finire la guerra?
2) Come attribuire la responsabilità di mezzo milione di morti al Putin saldamente in sella di una Russia vigorosamente attiva economicamente e diplomaticamente?
3) A chi intestare la sconfitta?
Il primo segnale è divertente : i bellicisti di ieri si stanno trasformando in diplomatisti. E già ipotizzano uno “stallo”, e poi una trattativa. L’idea non troppo originale è di vincere la pace, facendo finta di non aver perso la guerra Assisteremo nei prossimi mesi ad una rapida conversione di tantissimi giornalisti al pacifismo.

Nonni, ribellatevi all’estate!

Da Il Vermacoliere rilanciamo l’accorato appello di Claudio Marmugi
della serie: Cose di questi tempi

Boia,io se fossi anzianissimo m’incazzerei di brutto. Già fa cardo. Poi con questa storia della salvaguardia della specie dall’ Ondate di Calore a’ nonnini ni vietano tutto. L’altro giorno ho visto un video di Carlo Conti che sconsigliava a’ vecchi ogni ‘osa. “Non uscite, non muovetevi, chiudete tutto, state ar riparo, respirate con cautela, nascondetevi nell’anfratti, rintanatevi nelle bue”(che mi verrebbe ir dubbio: sono un ottantenne umano maschio o una talpa albina de’ Balcani?). Mancava l’urlo “Scappate, tornano i tedeschi!”e il coprifuoco era servito per-davvero. L’unica cosa concessa in quer comunicato der governo, che ho capito, era “mangiate una mela non troppo matura e un palla di gelato piccina”. Boia, ma è la vecchiaia o ir 41bis — o tutteddue ‘nsieme?

Mi domando, ma allora tutti que’ servizi su’ vecchi che sono andati a vive’ la loro penzione a pallallaria ‘n Portogallo o ‘n CostaRica? Ora, non mi direte mia che fa più cardo in Garfagnana che nell’Algarveo nel-l’Heredia (a du’ passi dar Nicaragua) — che c’è la stessa umidità di quando entra Siffredi ‘n un convento di sòre?!

To sono per la ribellione de’ vecchi, perché io sarò un vecchio di domani, quando a luglio 2050,a sentì l’esperti, ci saranno 78 gradi all’ombra. Nonni, rompete le convenzioni! Vi voglio tutti gnudi a fa’ le spanciate dagli scogli a Calafuria. A prende’ le storcionate all’aperitivo alle cinque der pomeriggio. A ‘mpenna su’ du’rote ir trattore alle 9 e mezzo la mattina. Du’ litri d’acqua ar giorno fatela bé agli struzzi! Ma possibile che se uno é anziano e in salute, d’estate, sia condannato a usci dopo le dieci di sera come i moscerini della frutta? Che poi, ai lavoratori stradali sessantasettenni ni fanno asfalta lo stesso ’l A1 a mezzogiorno e ‘n quarto a Ferragosto,vestiti di plastica dura arancione e tungsteno piombato fosforescente — n’importa unasega ar datore di lavoro se l’Inps non n’ha conteggiato bene i bollini e l’ha lasciati ‘n servizio. C’è qua-cosa che non va ‘n questo mondo(e tanto per comincià le strade d’estate si dovrebbero sistema’ la notte).

L’anziano é ‘n punizione costante. Truffato su internet, derubato ‘n casa, minacciato dar cardo, molestato dall’aria condizionata, sciupato dalla pressione ‘nterna ed esterna, deteriorato per frittomisto, per la televisione deve sta’ tutto ir giorno solo alla televisione a sentì i programmi che ragionano de’ perìoli che ci sono per l’anziani che trasgrediscono le regole della televisione. Che poi, se i truffatori raggirano l’ottuagenari per portanni via l’ori quando sono ‘n casa e te ni dici di stacci per mesi finché ‘un torna ir freschino, semplifichi il lavoro a migliaia di malintenzionati!

Io non dico a’ vecchi d’esse’ imprudenti, ma nemmeno di tumulassi prima der tempo. È inutile cresce’ sennò con l’idea che l’anziano è saggio ed esperto,se poi da luglio a ottobre me lo tratti come ‘n deficiente arruolato a forza ne’ francescani poveri. Si dovrà usà ir buon senso. Andrà distinto caso e caso.

Mi cela vedo sennò la sòcera che denuncia la nòra giovane perché ni porta a pranzo le melanzane alla parmigiana fritte, ‘nvece der gelato, ar grido di “Maladetta! Te mi vuoi ammazzà! Mi vuoi morta per godetti ir mi’ figliolo! Ora lo dio a Carloconti! Ti fo condannà dar Grangiurì della Palombelli di Fòrumme!”.

Poi, nonne, se vi rioverano, pensano v’abbia rincoglionito ir cardo — ‘nvece, vedrai, è la televisione.

L’ovvieta’ è verità?

L’ovvio, il vero, il normale, il naturale: Giambruno, Vannacci e dintorni…
una riflessione di Anna Maria Guderi

Quando vengono rilasciate dichiarazioni indifendibili – più per la stupidità che per la scorrettezza – da personaggi noti al pubblico, si ricorre di solito ad un sostantivo minimizzante: ovvietà. Ma cosa avranno detto di tanto scandaloso? Solo ovvietà! E’ ovvio che se le donne si ubriacano rischiano di essere stuprate, è ovvio che i gay non sono normali e, discendendo per li rami potremmo aggiungere : che male c’è a dire che i negri sono diversi daibianchi? Non è forse vero? Che è colpa dei migranti se muoiono perché nessuno li obbliga a partire? E che sono sempre loro a minacciare la nostra Patria? Perché dunque ci arrabbiamo? Son cose ovvie e quindi, vere. Il ricorso all’ovvio (vero, normale, di buon senso) non è un’ innocente sottovalutazione del grave pregiudizio che esprime, anzi, soprattutto in ambito politico, ne è un consapevole uso al fine di fare breccia su un elettorato sempre più culturalmente disarmato e manipolato dal populismo becero di questa destra. L’ovvio è il logos del pensiero populista attribuito (magari con ragione) alla maggioranza degli italiani e pertanto, ritenuto (con meno ragione), inconfutabile. E quando mai una sesquipedale ovvietà come quella pronunciata da Andrea Giambruno a proposito delle donne che se bevono se lo cercano – lo stupro – sarebbe assurta agli onori della cronaca se fosse stata detta al bar da anonimi cittadini non imparentati con la presidente del Consiglio? Il problema delle stupidaggini non sta tanto nel fatto che sono diffuse tra la gente comune, ma che lo sono anche – e forse più – condivise e apertamente sostenute da chi , a vario titolo, conta qualcosa in questo paese. L’elenco delle ovvietà e dei luoghi comuni miranti a consolidare e a diffondere una mentalità pregiudiziale e discriminatoria, sarebbe lunghissimo soprattutto se riferito all’ultimo ventennio a conduzione berlusconiana. Più del senso e del luogo comune, prevale il vuoto comune, quello che ispirò nel 1979 un capolavoro assoluto del cinema interpretato da Peter Sellers: Oltre il giardino; una grande metafora della conquista del potere da parte della più ovvia banalità. La disarmante verità dell’ovvio non aggiunge niente a ciò che tutti già sanno e perciò è del tutto inutile. Solo ciò che va oltre l’ovvio ha qualche probabilità di accrescere la consapevolezza del reale e quindi di servire a qualcosa. L’ovvietà è lo strato più superficiale della superficie, quello più evidente, ma più inconsistente. Quello che occupa facilmente le nostre menti e che le orienta verso obiettivi apparentemente scontati, ma spesso sbagliati. L’ovvietà, più è banale e apparentemente innocua, più è pericolosa in quanto veicola messaggi sottintesi tutt’altro che innocui. Giambruno, pronunciando la sua innocua sciocchezza ha prodotto alcuni danni culturali ed etici di non lieve entità discriminando la vittima più volte: a) richiamandola paternalisticamente ad un comportamento più responsabile, b); invitandola a ridurre i propri spazi di libertà e quindi i propri diritti; c) non chiamando in causa la controparte: gli autori della violenza. Questo per dare un’idea di quello che può esserci sotto la banale, innocua ovvietà. A questo punto ritengo non sia del tutto ovvio cercare di chiarire il significato di alcuni termini usati spesso come sinonimi e perciò disavvedutamente o strumentalmente intercambiabili: ovvio, normale, naturale che del tutto intercambiabili non sono. L’ovvio è ciò che è sotto gli occhi di tutti e che viene comunemente accettato senza destare nessun sospetto. Per questo appare normale. Nella nostra visione culturale la maggioranza detta il criterio di normalità la quale, a prescindere dal merito, ha sempre ragione. Se l’ovvio è normale è anche naturale . Tutto ciò che non rientra nella triade ovvio-normale-naturale non fa parte della maggioranza , quindi è un diverso e in quanto tale, minaccia l’identità della nostra comunità. Pertanto i fantomatici nemici della normalità vanno combattuti a suon di stereotipi e di demonizzazioni da tutti i media terracquei. Ma se l’ovvio è evidente, non è detto che sia sempre il vero. Spesso l’ovvio e il vero si fanno coincidere artatamente per calcolo politico, ma è un’ingannevole semplificazione. Dire che i bianchi e i neri hanno la pelle di colore diverso è dire un’ovvietà del tutto inutile, a meno che non sia usata a scopo discriminatorio. Infatti, se è vero che sono diversi per il colore della pelle, non lo sono in quanto appartenenti entrambi al genere umano. E non è nemmeno detto che l’ovvio coincida con il normale. L’ovvio di per sé è una constatazione neutra che non presuppone necessariamente un giudizio di valore, al contrario del concetto di normalità che implica sempre la discriminazione di chi normale non è ritenuto. E non possiamo nemmeno sostenere che ciò che riteniamo normale sia anche naturale. La natura è il luogo in cui la diversità regna sovrana. Se la diversità è la cifra dell’universo, essa è la cosa più naturale e normale che esiste. Il fantasmagorico universo – unidiverso – riunisce tutti i termini: la diversità è normale, naturale, vera e positivamente … ovvia!

Anna Maria, 14-09-2023