Cinque vestiti

Anna Maria Guideri, ispirata dal guardaroba di Ignazio La Russa, ci propone questi versi da interpretare sull’aria di Quattro vestiti cantata da Milva
Per i meno agè il link alla canzone di Milva

E lui si mise il vestito più bello
del triste padre di un figlio assai fasullo
chiamato Apache come un pellerossa:
è il figlio di Ignazio La Russa.

E lui si mise il vestito più grigio
per intonarsi al ruolo d’avvocato
e per difendere il figlio che è accusato
di avere una ragazza violentato.

E poi del giudice mise la toga
ed accusò la ragazza per la droga
e pronunciò infine la sentenza:
mio figlio è un campione d’innocenza!

E si mise un vestito abusato,
uno sfregio alla democrazia:
è Presidente indegno del Senato …
forza compagni, mandiamolo via!

E poi si mise il vestito più nero
nascosto dietro il ruolo da statista
ed è quello il suo vestito vero:
è l’uniforme dell’eterno fascista!

Anna Maria, 29-07-2023

Babau

Barbara Confortini recensisce sul blog di Riccardo Pontegobbi, LinfaLibri, l’albo illustrato “Il compleanno del Babau” di Claudia Souza e Caterina Betti edito da : Albero delle Matite, 2023, 48 p. € 17,00 Età: da 3 anni

Un libro illustrato per bambini dai 3 anni in un formato agile, perfetto per le letture con mamma e papà. Una storia che parla di emozioni, crescita, amicizia, incontri.
L’autrice, Claudia Souza (traduttrice, psicologa dello sviluppo e dell’educazione), ci apre la porta di casa del Babau dove conosciamo la famiglia del protagonista intenta nei preparativi per la sua festa di compleanno. I componenti non possono che essere bizzarri, altrimenti che spauracchi sono? Ci porta in un mondo in cui la stramberia impazza, dove i protagonisti sono davvero insoliti, ma anche briosi e sorridenti. Quando si entra in casa #Babau si capisce la differenza tra ridere di qualcuno e ridere con qualcuno: una differenza sottile, che separa il divertimento dallo scherno.
Le illustrazioni divertenti e coloratissime della bravissima Caterina Betti, “artista dal tocco magico”, conquistano l’attenzione, ha accostato la sua creatività alla fantasia e all’immaginario dei bambini. Tra le pagine si aggirano anche animaletti particolarmente buffi, divertenti e amichevoli, che rendono ancora più movimentate le pagine. Un libro che emoziona, sorprende, fa ridere, aiuta a esorcizzare la paura dei #mostri e… delle storie di paura! Grazie proprio alle illustrazioni, semplici e di grande effetto, le espressioni del piccolo Babau esprimono efficacemente le sue emozioni: sorpresa, timore, paura, rabbia, vergogna.
Procediamo però con ordine: la storia inizia con Babau che non si vuole alzare e tantomeno vuole festeggiare il suo compleanno. E qui subito due elementi originali e un po’ spiazzanti introducono l’ironia che pervade tutta la storia. Nel paese del Babau, tutto e tutti partecipano allo stato d’animo del festeggiato, nulla è davvero sotto controllo e le sorprese sono dietro l’angolo.
Ma come si festeggia il compleanno di un Babau? Chi saranno gli invitati? Ce la faranno i suoi genitori a convincerlo? La paura rischia di fargli perdere una gran bella festa?
Ma il Babau fa i capricci! E come sarà il capriccio di un Babau? Ebbene sì: anche lui protesta, e nel farlo ricorda qualsiasi bambino. Anche noi lettori veniamo catturati dalla vicenda e condividiamo con Babau l’ansia. Ma ciò che abita la narrazione è sicuramente la straordinarietà. Leggere questa storia farà divertire i giovani lettori e il finale regalerà loro una piacevole sorpresa,che fa presagire inaspettate e nuove avventure. Si riesce a esplorare un mondo bizzarro in cui i bambini però sono assolutamente autentici: la paura non è poi così paurosa e i motivi dei capricci non sono poi così strambi. La storia mantiene un ritmo sostenuto, è scandita nelle diverse successioni di eventi da frasi ritornello che variano quel tanto per far accrescere la suspence… ma non bisogna aver fretta di raggiungere il finale, anzi, è preferibile fare delle pause per soffermarsi sulle illustrazioni e individuare i cambiamenti e i dettagli dei personaggi secondari. Insomma, è una lettura che si assapora con piacere.
Il compleanno del Babau rivisita le #paureinfantili e permette al bambino di viverle e affrontarle con una risata. La paura di esperienze nuove, i timori di non essere accettati dai compagni o dalle compagne e molto altro ancora. Un albo illustrato ironico che gioca continuamente con il lettore nel ribaltare i punti di vista. Non solo perché contiene gli elementi classici delle più belle storie pensate per i più piccini, ma anche perché la relazione tra testo e immagini qui raggiunge un’armonia rara.
La scrittrice, Claudia Souza, affronta questo aspetto della paura, lo spauracchio per eccellenza dei bambini e lo racconta in modo gioioso e solare. Questo albo si rivela essere una simpatica satira sulle dinamiche familiari, dove la percezione dell’universo infantile da parte dei genitori si fa volutamente caricaturale, al fine di chiarire da subito la natura della storia.
Non resta che scoprire cosa mai accadrà in questa festa indesiderata dal festeggiato, per poter rispondere a tutte le curiosità e per fare anche qualche altra domanda sul famigerato Babau. Sono scene piuttosto surreali e folli ma è proprio questo che rende la narrazione stra-ordinaria. E dopo aver disseminato dubbi, domande, timori in tutte le pagine, la conclusione è sorprendente! E in fin dei conti il Babau è un cucciolo e si fa subito voler bene. Lo stesso vale per tutta la sua famiglia: tutti un po’ pasticcioni ma sempre allegri e ottimisti.
Ecco, la funzione dei libri e delle storie è proprio questa: sollecitare l’immaginazione, farci compagnia, e in ultimo, divertire. Una lettura sicuramente indicata per i bambini che stanno vivendo qualche paura o insicurezza, per immedesimarsi, scoprire che quello che provano è normale e che la paura si può superare: ha in sé un messaggio molto incoraggiante. Qui a spaventarsi è il mostro che ci trattiene dentro le pagine perché alcuni passaggi per lui sono troppo spaventosi. Il compleanno del Babau è un divertente albo illustrato, è azzeccato, ironico, spassoso e, perché no, perfetto per un compleanno! Un libro che invita a sedersi con i propri bambini per fare insieme un tuffo nelle emozioni che ci accomunano e, allo stesso tempo, ci rendono individui completamente diversi. Per poter insegnare loro a sentire quello che hanno dentro e imparare a dargli un nome.
Autrice e Illustratrice hanno avuto la capacità di costruire una storia leggera ma profonda allo stesso tempo, seria ma anche strampalata, divertente ma che fa anche riflettere, ricca di personaggi, dialoghi efficaci e anche silenzi e non detti. Sono due persone capaci di avere pensieri originali, fantasiosi e di saperli trasporre in una storia scorrevole, scegliendo parole appropriate. L’attenzione appassionata per i dettagli nelle illustrazioni e per il ritmo del racconto suscitano sana curiosità e autentico divertimento.

#segnalidilettura#consiglidilettura#lettureconsigliate
#letteraturaperragazzi#libriperragazzi#Letteraturaperinfanzia#libriperbambni#linfarecensione

Barbara Confortini
Esperta di Letteratura per ragazzi e promozione della lettura

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Sliding doors

Qualche riflessione in merito all’eterno moto (apparente?) della sinistra incarnatasi nel PD, il partito dai mille volti e con nessun volto …
una riflessione di Anna Maria Guideri

(PD che viene, PD che va … )

Qualche riflessione in merito all’eterno moto (apparente?) della sinistra incarnatasi nel PD, il partito dai mille volti e con nessun volto … Più facile definirlo al negativo – come l’Onnipotente – per ciò che non è piuttosto che per ciò che è. Chiamare in causa la variegata titolistica pirandelliana – uno, nessuno e centomila, il gioco delle parti … – è il minimo per dare l’idea del tormentone confuso e inconcludente che si ripete immancabilmente ad ogni cambio di Segretario nell’intento di escogitare il modo migliore per farlo fuori. E anche Elly Schlein rischia di non fare eccezione alla regola e di allungare la lista dei condannati all’estinzione, in perfetto stile dieci piccoli indiani. Il raduno dei delusi bonacciniani ha tutta l’aria di essere l’ennesima resa dei conti ancor prima che i conti si possano fare, visto il poco tempo trascorso dalla vittoria della Schlein alle primarie del PD. L’oggetto del contendere, stando a ciò che emerge – ma sarebbe interessante anche il sommerso – riguarderebbe il tasso di democrazia che la segretaria riesce ad esprimere rispettando tutte le sensibilità di un partito ultrasensibile e plurale, ascoltando, includendo, integrandone il moderatismo con il radicalismo, in una visione di sinistra, ma non troppo, che rispetti i diritti, ma senza esagerare, socialmente equo, ma attento alle sfumature, contro l’evasione fiscale, ma tenendo conto che anche gli evasori votano, ambientalista, ma senza penalizzare troppo il sistema produttivo … Insomma, il PD dovrà essere un partito che tiene insieme tutto e il suo contrario, fedele al maanchismo di veltroniana memoria: Vaste programme! Si chiedono alla segretaria capacità eccezionali, ma se lei dimostra di averle, la si accusa di essere poco democratica cercando puntigliosamente il pelo nel nuovo, in tutto ciò che dice e fa, ma che sembra riscuotere, almeno per ora, un incoraggiante consenso fra gli elettori di sinistra. Prima di inneggiare al tutti dentro (che potrebbe anche essere frainteso), gettiamo un’occhiata all’iter del PD partendo dalla sua nascita. Se è vero che esso è nato come un partito di centro-sinistra per unire le due visioni cattolica e laica facenti rispettivamente capo all’ex DC e all’ex PCI con le derivazioni che dalla svolta della bolognina e da tangentopoli in poi hanno segnato drammaticamente la storia politica italiana, è pur vero che questo amalgama, come disse D’Alema, non è riuscito. Il percorso funestato da scosse telluriche e da strappi e fallimenti ha visto due eventi significativi che avevano fatto sperare in una svolta decisiva per la vittoria del centro-sinistra: L’Ulivo di Prodi e il governo Renzi. Per motivi diversi sono entrambi falliti e non per la destra cinica e bara ma per l’implosione interna: l’Ulivo per lo strappo di Bertinotti, il PD per la politica rottamatoria di Renzi molto più interessato a far fuori i competitors interni che quelli esterni. Il lato tragicomico della sinistra è dato dal fatto che non ha bisogno di un nemico per essere fatta fuori: ci riesce benissimo da sola. Tutti i tentativi di unire le varie anime (o animosità) sono falliti. Ha ragione Bersani nel sostenere che il PD deve fare uno sforzo per trovare punti in comune con le altre forze politiche di opposizione, ma il problema del PD è il PD! Sono le fibrillazioni interne che lo mandano in tilt molto più delle divergenze con i possibili alleati. Il dato che mi interessa qui sottolineare riguarda Elly Schlein, il motivo della sua vittoria che ha risvegliato grandi speranze nel rinnovamento del PD e della sinistra in genere e mi chiedo che cosa ci starebbe a fare una cittadina del mondo come lei in un partito che sembra tanto affezionato al proprio cortile, se non avesse la possibilità di imprimergli una svolta decisiva? Si teme tanto che la fuoruscita di molti renziani e di altri moderati di area cattolica, possa compromettere una buona affermazione del PD alle elezioni europee e non solo, come se potessimo vantare gloriosi precedenti alle recenti elezioni politiche ed amministrative. Notiamo invece che, malgrado queste gravi perdite, il PD a guida Schlein sta salendo nei sondaggi: come si spiega? Forse si spiega col fatto che c’è un PD che va e un PD che viene in un gioco di scambio e di ricambio in stile sliding doors. Per tanti delusi che se ne andranno, molti altri – forse di più – speranzosi e rimotivati ritorneranno. Forse tanti elettori in crisi di astinenza di una sinistra riconoscibile e militante, tornernno finalmente a votare per il PD. Questa è la scommessa, questa è la sfida. Non è il numero delle componenti di un partito che può farne crescere il consenso, ma la credibilità e la compatibilità dei valori e dei progetti da attuare. La somma delle parti può diventare sottrazione di voti se le parti non si integrano. Non si può sconfiggere una destra vera con una sinistra finta. Questo non è il tempo della normalità intesa come routine, ma della eccezionalità laddove l’impegno eccezionale richiesto dalla grave crisi che ci attanaglia può diventare normale in quanto strutturale e costante.

Anna Maria, 26-07-2023

Silvio e Piersilvio

una storia lunga un miglio
e ancor di più. Già non se ne pol più.
Dice il Baffo Aretino che con la barba già è arrivato all’ultimo gradino

a proposito dell’annunciato incontro
del figlio Piersilvio
di Silvio Berlusconi
una sola cosa da dire
prima ancor di cominciare
ci hai già rotto i coglioni
e vogliamo andare al mare

Il Baffo Aretino 10 luglio 2023

Fasci di merda

Ho cercato un titolo meno crudo ma non ci sono riuscito

Commento redazionale

La seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato Ignazio La Russa che colleziona in casa il busto di Mussolini ed altri cimeli del fascismo e fa il saluto al grido di “presente” (per rispetto del camerata defunto), Ministri che imperversano contro i poveri, i profughi … contro tutti … Se una squadraccia insiste… di chi sarà la colpa?

La lettera dell’ANPI

Alla cortese attenzione del Questore di Firenze, dott. Maurizio Auriemma.
Per conoscenza al Sindaco di Firenze e della città metropolitana, dott. Dario Nardella.
Salve,
nei giorni appena trascorsi, con preoccupante coincidenza di tempi, sono avvenuti atti vandalici contro luoghi e simboli della lotta di Liberazione, sul territorio della nostra città metropolitana.
A Valibona, in comune di Calenzano, ignoti hanno imbrattato con vernice il fienile del borgo. Si tratta di un luogo di particolare rilevanza storica, perché ha visto svolgersi la prima battaglia aperta fra partigiani e militi della RSI. Oggi ospita una foresteria ed un museo dedicato a quell’episodio ed è meta ogni anno di sentite celebrazioni.
Le scritte sono esplicitamente apologetiche del fascismo.
A Firenze, nel giardino adiacente al Torrino di Santa Rosa, è stata distrutta la lapide di intitolazione del giardino stesso, dedicata a “Potente”, ovvero il comandante partigiano Aligi Barducci, il più importante fra gli attori della Liberazione della nostra città.
La lapide è stata letteralmente frantumata e non è stato possibile neppure recuperarne tutti i pezzi.
Alleghiamo foto dei due fatti.
Signor Questore, vogliamo con questo rappresentarle la preoccupazione per eventi che avvengono ad un mese di distanza dall’inizio delle celebrazioni per la Liberazione di Firenze e a due mesi dall’ottantesimo dell’inizio della lotta resistenziale. Auspichiamo che, con la collaborazione di tutti gli organismi dello Stato, il clima possa essere sereno e di normalità democratica.
Nel ringraziarla le porgiamo i nostri saluti,

Vania Bagni, presidente Comitato provinciale ANPI Firenze

Rampini e la Cina

Mentre vedevo la trasmissione sulla 7 ho preso qualche appunto in merito a Rampini, di cui sono un assiduo lettore, e della trasmissione del 27-gugno 2023


Funambolismi del Rampini

Il personaggio è davvero singolare, io ho letto quasi tutti i suoi libri in italiano ed ho apprezzato le sue doti di alto giornalismo e la capacità di cogliere aspetti fondamentali di paesi come l’India, l’America, la Cina con una documentazione esplicativa e scorrevole, manifestando rispetto ed apprezzamento per gli aspetti più positivi di culture non occidentali e “non democratiche”.
Ad un certo punto ha cambiato fronte: ha cominciato a scrivere dei pericoli provenienti dall’Est e dalla necessità di fare fronte comune con l’atlantismo di marca americana. La cosa strana è che ha continuato a dare lo stesso tipo di informazioni e valutazione su questi paesi, facendo di fatto solo un atto di fede a favore dell’Occidente. Non si tratta quindi di un fenomeno come quello di Pansa, che ricostruisce la storia riportando episodi particolari all’esplicito fine di falsificarne la comprensione d’insieme. No la sua scelta di campo è assiomatica, al massimo si limita a qualche peccato di omissione ma non esagera. L’esempio di questa sua condotta è stato palese nella trasmissione della 7 quando ha evidenziato i gravi mali di questo paese, anche strutturali, ma ribadendo la sua fede per una utopico capitalismo democratico di cui non ha saputo mostrare alcun aspetto positivo.


I concetti che si evincono dalla puntata

1- Sul piano politico generale quello cinese è un regime duttile e capace di imparare, in grado di formare élites competenti ed autoritarie, capaci di prendere decisioni anche impopolari ma anche di aggiustare il tiro e di essere apprezzate dal popolo.

2- Il capitalismo cinese è diventato competitivo a livello internazionale fino ad insidiare la supremazia americana grazie alla presenza dello Stato imprenditore e all’indirizzo politico esercitato nei confronti dei grandi imprenditori. E’ il caso del settori R&S Ricerca e Sviluppo e le nuove tecnologie, dal 5G alle energie alternative ed alla riconversione ecologica, fino al punto di rendere la Cina il paese più avanzato in questi settori ed indispensabile allo sviluppo del resto del mondo

3- Il modello sociale cinese è superiore a quelli occidentali perché ridistribuisce parte del surplus capitalistico in spesa sociale con risultati decisamente apprezzabili: eliminazione di 800 milioni di poveri, ceto medio e medio alto in crescita, in controtendenza rispetto alle società occidentali, modernizzazione tramite forti investimenti in ricerca e nelle nuove tecnologie (cosa che in Occidente non avviene perché si tratta di investimenti con prospettiva di guadagno solo a medio e lungo termine). Il tutto senza trascurare che la Cina sforna annualmente più miliardari di tutto il resto del mondo.

4- La società cinese è più civile, ordinata, e compatta, che riconosce le proprie culture nazionali e locali e la guida politica del partito comunista cinese. Il modello cinese è unico nel genere dei sistemi politici: si valorizza l’istruzione e le competenze, anche nella partecipazione alle decisioni politiche. Un modello confuciano che valorizza la gerarchia della competenza nell’ordinamento sociale senza puntare alla omologazione tipica dell’esperienza del cosiddetto socialismo reale, basti pensare al gran numero di startup, anche di grande successo, che nascono ogni anno.

5- Nei rapporti con l’estero la politica cinese è più efficace di quella occidentale: risulta rispettosa delle culture locali, investe in infrastrutture ed è sensibile all’apprezzamento delle popolazioni locali (ricordo io, ma non l’ha fatto il Rampini, il caso dei primi interventi strutturali in Africa. Le imprese cinesi intervenivano portandosi tutte le maestranze cinesi, anche perché a livello locale c’erano forti carenze. Appena sorsero le legittime rimostranze locali, cominciarono subito ad assumere i locali, curandone l’addestramento. Quello che non ha potuto omettere Rampini è il fatto che per gli africani il confronto con i secoli di presenza europea diventa penoso per l’occidente. Per non parlare della diffidenza verso gli americani, chissà perché?

6- Pericolo del controllo sociale tramite i social e l’uso della IA, dice l’esperta che è ottima cosa ma c’è il pericolo dell’oppressione del Grande Fratello, lo Stato, insinua il Rampini, ma omette che tutte le grandi aziende e tutti i social privati in Occidente ne fanno ampio uso tale da condizionare i nostri comportamenti e le nostre opinioni. Il Grande Fratello à già presente nelle nostre società, ma non possiamo nemmeno sperare di contenerlo … la proprietà privata è sacra.

Concludendo, quello che emerge dalla trasmissione, conforta l’opinione che mi sono fatto, dopo tante letture, sull’argomento: la Cina è attualmente più affidabile per la pace ed il progresso mondiali e la Cina è l’unico paese governato secondo i principi del Riformismo, quello stesso riformismo della nostra tradizione storica, quello dei Turati e della Rosa Luxemburg, lo stesso della via Italiana al socialismo di Togliatti un riformismo oggi indegnamente rivendicato da una banda di opportunisti senza idee e senza ideali che sbandierano qualche vessillo liberista, oramai sempre più logoro, ma che sono ben presenti come tarli o peggio termiti che hanno compromesso qual che resta della casa socialista italiana.

Gian Luigi Betti, 27 giugno 2023