Biancaneve è stata veramente sfortunata perché, come dice la fiaba, quando nacque le morì contemporaneamente la mamma. Come incipit suadente ed accattivante, in grado di accompagnare gli innocenti ed infantili sogni di molte creature non è male. Immaginate un po’ una di esse se ascoltasse questa fiaba: come minimo le viene il dubbio che la sua mamma sia quella adottiva.
da Facebook una interessante riflessione di Andrea Rauch
Ammettiamo subito di avere dei preconcetti, e molti. E che Giovanni Donzelli non ci è simpatico, sopratutto per ragioni ideali, e politiche. Donzelli non fa mistero di essere orgogliosamente “fascista”, e il resto passa in secondo piano, anche se il resto è un’arroganza tutta “fiorentina” e un’aggressività che raramente si erano viste. Arroganza “fiorentina”, abbiamo detto, ma senza quella carica di naturale simpatia che spesso accompagna la “fiorentinità”, e con in più, quasi per buon peso, un’insopportabile acrimonia che si sposa sempre, come una seconda pelle, al personaggio. L’aggresssività di Donzelli richiama quella di Vittorio Sgarbi ma c’è da dire che quest’ultimo, essendo da anni entrato in pianta stabile nel numero delle “macchiette” e delle “maschere tipiche”, riesce a diventarci quasi simpatico e tutti i suoi salti sopra le righe ci scorrono ormai addosso come acqua fresca. Donzelli non riesce ancora a diventare “macchietta”. Resta l’antipatico, bilioso, trucido personaggio che è, in tutto simile a quell’avvoltoio di cui usurpa il nome. Urla ma le sue intemerate non hanno bonomìa, sono acide e cattive e non ci riesce di considerarle un vezzo di gioventù. Tendiamo a prenderlo maledettamente sul serio e non ci sentiamo nemmeno di scusarlo per l’inesperienza che si deve all’età. Non lo scusiamo perché in fondo si avverte tutto il livore e non resta nemmeno un residuo di quel bon ton che ce lo potrebbe rendere più digeribile.
Da Ernesto (Che) Guevara, rivoluzionario e medico a Alberto Diaz Gutierrez (in arte Korda), fotografo Da un posto imprecisato nell’al di là A un altro posto imprecisato, sempre nell’al di là Oggi, 24 marzo 2020
Senor Korda, O como diable se llama, lei che passò dalla moda alla revolucion, jo le chiedo: ma perché non sei rimasto a fare il fotografo di moda? Ma perché quel lontano 5 marzo 1960 sei venuto a fotografar la nostra commemoration socialista? Le sfilate in passerella non te bastavano? Porqueé me fotografasti? Yo lo sabe que la foto original non era bella – yo tambien fui un buen fotografo e sempre me portavo la camara ne le campagne – ma, no! Nada, tanto la volevi che la tagliasti e la riducesti al mio viso ma … llamarla ‘Guerillero Heroico’! Assistevo a una sfilata, mica a una battaglia campale! Sì, sì, lo so, che non hai guadagnato manco un peso, che quel gringo italiano si prese la tua foto e la usò, che un traliccio lo fulmini! Anzi, yo credo che proprio l’abbia fulminato! Ma non per il debito, penso. Insomma, Alberto Korda, fotografo: Guerillero Heroico, tu chiamasti quella foto! Madre de Dios … Guerillero de le magliette, de le spillette, dei quaderni de escola, dei manifesti en le stanze de la comida … guerillero dei bicipiti e delle chiappe! Quei tatuaggi, fotografo, proprio non li sopporto. Que fossero solo su muscoli tonici … ma invecchiano, diablo, invecchiano e ciondolano e ingrassano e tremulano e con loro il mio povero viso invecchiato, ingrassato e tremulo, deformato! Dicono che con quello scatto tu mi consegnasti all’eternità. Eternità dei camerini da bagno, dei gadget consumistici, delle tovagliette all’americanos … Gringos, hijos de la gran puta! Son migo quel che ti consegnò alla storia, non te. Maldido. Muerto fosti in miseria? Bien ti sta, fotografo de mis zapatos. Adios
1 – Della serie s’è scampata bella! Il fatto che la Meloni non sia ancora ricorsa al colpo di stato fa sopravvalutare enormemente la sua azione di governo. 2 – La sfida più difficile per la sinistra odierna è quella di convincere se stessa che le idee di sinistra sono giuste davvero! 3 – La democrazie come cartina di tornasole? Il governo della destra post-fascista potrebbe essere l’occasione per dimostrare che le sue intenzioni non erano che farneticazioni. 4 – Il dramma della sinistra è che non ha una visione, ma una di-visione del mondo. 5 – La destra e la flat-tax: indifferente alle differenze. 6 – Cuperlo: uno stilista di sinistra. 7 – Ironia della sorte. A forza di sacrificarsi per rimediare ai danni altrui, il PD ha finito per essere accusato di avere commesso i danni che voleva riparare. 8 – Consumismo: riempirsi di vuoti … a perdere! 9 – Molti opinionisti sedicenti di sinistra attaccano la destra con argomentazioni così sofisticate che tutti le possono capire tranne … coloro che dovrebbero votare a sinistra! 10 – Rivisitazioni: Anche Nerone ha fatto delle cose buone … Basta con questa mania di toglierci il mito del cattivo! Un ci rimane più nulla! Apriamo una sottoscrizione a favore dei cattivi della storia: anche loro hanno un’identità da difendere! 11 – La destra vince perché è molto più brava a sfruttare alcuni temi della sinistra, di quanto lo sia la sinistra stessa. 12 – L’utopia serve a fare esistere ciò che non esisterebbe mai. 13 – Fascisti al potere: tranquilli, non ci faremo contagiare dalla democrazia! 14 – Se l’uomo crede di essere Dio, Dio farà di tutto per dimostrargli che si è sbagliato di grosso! Infatti. 15 – Indifferenza: restare immuni alle tragedie del mondo. 16 – Se la sinistra fosse un virus non avrebbe problemi di diffusione … Infatti la destra non ce l’ha! 17 – Chi non si preoccupa del disordine mondiale o abita altrove o ci sguazza fino al collo. 18 – Il conflitto Russia/Ucraina più aumenta, più diventa normale, ma solo per chi non è né russo né ucraino. 19 – TV trash: finché c’è libertà non c’ è speranza! 20 – Chi pensa che alle ingiustizie non vi sia rimedio, non è interessato a porvi rimedio.
Nel consiglio del comune di Porta un giorno si discuteva su un investimento che era stato già deliberato ma successivamente respinto dalla Corte dei Conti. Com’è noto, essa è un organo che esercita un controllo nella contabilità pubblica relativo alla gestione economica e finanziaria nonché sulla legittimità degli atti.
La posta in palio dal punto di vista politico era notevole perché sul progetto l’amministrazione comunale aveva investito molto in quanto, mettere in cantiere la costruzione di un polo scolastico, avrebbe comportato anche la riqualificazione dell’intero contesto, ristrutturando pure la viabilità.
Quindi in un’aula gremita, preceduto da una fitta polemica sulla stampa locale nei giorni precedenti, il dibattito iniziò in tempi straordinariamente puntuali con l’esposizione del Sindaco. Tra chi prese appunti, chi ascoltò attentamente ci fu anche chi invece, dopo le prime parole, mettendo la testa sui due bracci incrociati nella porzione di spazio a lui riservata, si appisolò accanto al microfono. Finita l’esposizione del Sindaco iniziò il dibattito con gli interventi degli eletti ed il consigliere dormiente venne scosso da un collega, che lo rimproverò:
-Avevi detto che avresti fatto un intervento ed invece sei stato appisolato per tutto il tempo- . -Non ti preoccupare; guarda qua- replicò lui mostrando una decina di pagine dattiloscritte.
Il dibattito assunse un tono battagliero ed ad un certo punto il consigliere Chieber, soprannominato così perché una volta un collega domandandogli a bruciapelo chi fosse Bertoldo lui rispose sfrontatamente “uno scrittore del Seicento”, alzò la mano chiedendo la parola.
-Quello di cui stiamo discutendo è viziato dall’origine perché l’ intromissione della Corte dei Conti è inaccettabile…- esordì con un tono spavaldo puntando il dito contro il Sindaco -mai visto che dei nobili debbano interferire su ciò che un libero consiglio, espressione del voto popolare, abbia deciso- argomentò alzando la voce e sventolando con una mano i fogli della sua ricerca.
I consiglieri si guardarono ed alcuni del suo partito arrossirono mentre altri abbassarono la testa coprendosela con la mani.
Ironicamente un consigliere dell’opposizione gli gridò “Bravo!” facendo scoppiare una serie di risatine contagiose e Chieber interpretando ciò come un segno di approvazione, si scatenò con una proverbiale progressione.
-Pertanto io preparerò una mozione per l’abolizione della Corte dei Conti. La nobiltà è morta con la rivoluzione francese ed il nostro motto deve essere liberté, egalité, fraternité !- .
Un collega di partito che sedeva alla sua destra, gli suggerì di smettere perché “sei stato chiaro” mentre quello alla sua sinistra fece un cenno al sindaco che pose fine a quella sciagurata concione.
-Consigliere abbiamo già capito il senso del suo intervento, pertanto la invito a smettere- .
Chieber continuò a parlare senza raccogliere l’esortazione ed allora il sindaco tacitandogli il microfono dichiarò:
-La seduta è sospesa ed i capigruppo sono invitati ad una riunione d’urgenza- .
La sala si svuotò parzialmente con alcuni consiglieri che si asciugavano le lacrime per le risate incontrollate mentre il consigliere Chieber, osservandoli, commentò con soddisfazione, rivolgendosi al collega accanto a lui:
-Visto! Li ho fatti piangere- .
Gino Benvenuti da Nero Beffardo
Nero Bizzarro : Racconti / Gino Benvenuti. Il punto rosso, 2022
Nota redazionale
I racconti di Gino sono puntualmente basati su fatti ed eventi vissuti. Anche questo si riferisce ad un fatto realmente accaduto. E poi si parla di élites.
Nota dell’autore
Questo racconto vuole essere una satira impietosa rispetto al livello di preparazione culturale del quadro politico preposto a governare il nostro paese. I social sono il totem a cui si guarda cercandovi un consenso immediato a qualsiasi costo ed il degrado è sotto gli occhi di tutti.
1 – Zelensky a Sanremo, Donzelli in Parlamento, Salvini ministro, La Russa presidente del Senato, Berlusconi ancora lì … RESTIAMO AMENI! 2 – Smemoria storica: se il passato è passato è perché lo si è fatto passare! 3 – Crisi della natalità: il logorio della vita materna. 4 –Dilemma tecnologico: meglio l’intelligenza artificiale o l’intelligenza mediocre? 5 – Destra meloniana: la patria contro lo stato. 6 – La bellezza ci salverà solo se si ripete. La storia ci salverà solo se non si ripete. 7 – Il ministro Sangiuliano: IL BRODO DELLA CULTURA. 8 – Gruppo misto in Parlamento: luogo di accoglienza per i senza fissa dimora. 9 – Equazione – consolazione: L’INTELLIGENZA CHE DUBITA : ALLA STUPIDITA’ CHE NON DUBITA = LA SINISTRA CHE DUBITA : ALLA DESTRA CHE NON DUBITA. 10 – Sinistra o destra? La sinistra è indecisa a tutto; la destra è decisa a tutto. 11 – PD: ha creduto di poter governare senza voti, ora deve conquistare i voti per governare. 12 – Sinistra e comunicazione. Non sempre la radicalità è indispensabile a qualificare l’identità della sinistra, ma lo è l’efficacia comunicativa che serve a dimostrarlo. 13 – I diversi sono rifiutati per due opposti motivi: se sono svantaggiati, per paura di poterli eguagliare; se sono privilegiati, per paura di non poterli eguagliare. 14 – La destra cattolica concepisce la carità, non la parità. 15 – Ministro Sangiuliano: Non siamo interessati all’egemonia culturale della destra … La bocca della verità! 16 – Dante di destra? Un giorno si potrà dire che Dante ha fatto anche delle cose cattive? 17 – Al ministro Sangiuliano: DI DANTE CIO’ CHE E’ BUON NON E’ DI DESTRA/E QUELLO CHE E’ DI DESTRA NON E’ BUONO./QUESTA E’ LA SUA LEZIONE CHE CI RESTA;/QUESTO PER NOI IL SUO PREZIOSO DONO. 18 – Crisi della ricerca: in Italia sono più i ricercati dei ricercatori. 19 – PD in Europa: QATARstrofe. 20 – Sinistra: marciare divisi per marcire … divisi! 21 – Nel nostro tempo senza morale in cui tutto il peggio è tollerato, la sola cosa che non è tollerata è la diversità degli ultimi.
da Facebook Serie: Missive impossibili di Sandra Vegni
Biancaneve (creatura delle favole) ai sette Nani (stessa favola)
Ai Sette Nani E per essi al Nano Dotto Bosco della Fantasia
Reame delle Favole, un giorno qualsiasi
Miei cari NaniCome state? Vi immagino, seduti sulle vostre seggioline, intorno al tavolo di tronchi di pino, mentre un fuocherello di minuscoli ceppi scoppietta nel camino e Dotto, occhiali sul naso, si appresta a leggervi questa mia. Come vi conosco bene! Anche troppo, direi. So quello che vi aspettate. È la prima volta che scrivo da quando il Principe mi ha portato via sul suo cavallo bianco; son passati diversi mesi e certo qualcuno – vero, Brontolo? – si aspettava da parte mia ringraziamenti più celeri.
Ringraziamenti! E per cosa, di grazia? Per avermi trattato come una servetta qualsiasi, ogni giorno a lavare, stirare, spazzare, lucidare, cucinare e rigovernare? E per sette persone, mica bruscolini! Piccini, certo. Ma qualcuno si rende conto di quanto lavoro ci vuole per stirare quei pantaloncini, giacchini, camicini, calzini e mutandine? Non certo voi, che mi avete accolto in una casa gravida di ragnatele e sporcizia; il lavandino –ino- ingombro di casseruole incrostate da avanzi di cibo. Io, una principessa. Ridotta a servetta svelta, sorridente, accorta e paziente. Ma vi rendete conto di quale lurido inveterato maschilismo vi siete coperti?
Non fate quelle facce. Vi brucia la verità, non è vero? Avessi potuto scappare! Ma di certo mi sarei persa di nuovo in quel maledetto bosco della fantasia… non potevo che aspettare una buona occasione. E finalmente l’ho avuta. La strega cattiva? Come siete sciocchi! Le streghe non esistono. Veniva talvolta una vecchietta a portare cestini di fragole e mirtilli. Scacciata, ahilei, dalla città per fama di guaritrice. Fosse stata un uomo avrebbe avuto file di clienti davanti alla porta e abiti sontuosi e forzieri pieni di monete. Invece… insomma, mi son confidata. Per me ha dovuto raggiungere fattorie lontane e rubare una mela, che la pozione per il lungo sonno dentro un mirtillo non ci stava. Questo le avevo chiesto: una pozione per un lungo sonno in modo da riposarmi e farvi capire, brutti stronzetti, quanto pesante fosse il mio lavoro.
Il principe non era previsto, è stato un bel colpo di fortuna, lo ammetto: è anche un bel giovane, capelli d’oro e abiti eleganti che mettono in mostra le sue forme gentili. È stato un gran bel risveglio. Anche vedere le vostre facce stupite non è stato male. Peccato non poterle vedere anche oggi. Perché ho aspettato tanto a scrivere? Mi sono sposata, lo sapete. Mi aspettavo un vostro cenno, un regalino. In fondo lavorate in una miniera di diamanti, mica in una di carbone. Un regalo non vi sarebbe costato granché. Non dico una collana e neanche due pendenti con un solitario, ma almeno un anellino, un ciondolo, un pavé di schegge … insomma!
Che avarizia, che grettezza, dopo avermi sfruttato per lunghi mesi e ridotto le mie mani – le mani di una principessa! – a ruvide cortecce con le unghie rotte! Fortuna che il principe ha visto le mie labbra rosate e non ha fatto caso alle mie mani! E ora, senza la serva, come ve la passate? Guardatevi intorno, brutti nanacci maleodoranti e sporchi. A mai più rivedervi