Zombie col cellulare

Nell’enciclopedia Treccani il neologismo ’smombie’: chi guarda lo smartphone mentre cammina

Smombie in Vocabolario – Treccani

ROMA A chi non è capitato di passeggiare sul ciglio della strada, su un marciapiede, in pieno centro con gli occhi fissi sullo smartphone? A questo fenomeno che sta dilagando, la versione on line di Treccani ha deciso di attribuire un nome: smombie, una parola utilizzata per la prima volta in Germania nel 2008 ed eletta parola dell’anno nel 2015 dal dizionario del tedesco edito da Langenscheidt. Per l’Italia, si tratta di un neologismo che fotografa una questione sociale che riguarda grandi e piccini e che, talvolta, rischia di trasformarsi in un pericolo di non poco conto. La parola smombie è figlia dell’unione tra i lemmi smartphone e zombie. In buona sostanza, quando camminiamo senza alzare lo sguardo da ciò che succede nelle chat di WhatsApp o sui social appariamo come zombie smartphone-dipendenti.A questo spettacolo quantomeno grottesco, deve essere aggiunto il fatto che non guardarsi intorno quando si cammina per strada comporta un minor controllo della situazione circostante e soprattutto una minore percezione del rischio. Per non parlare poi dell’alienazione. Un metaverso nel metaverso, verrebbe da pensare, che ha tutta l’aria di essere in grado di generare un cortocircuito di certo non sottovalutabile anche rispetto agli impatti psicologici di un simile comportamento. Che gli smombie possano, in un futuro prossimo, essere passibili di sanzioni esattamente come lo sono gli automobilisti beccati con lo smartphone in mano? Affermarlo è difficile, ma c’è da augurarsi che l’operazione promossa da Treccani possa almeno rendere anche le italiane e gli italiani sempre più consapevoli di un rapporto squilibrato con lo smartphone

MELONI NON OLENT

(ovvero, la fenomenologia del fascismo)

Per non fare schifo basta vincere. Lo sport preferito dalla maggioranza degli esseri umani è sempre stato quello del salto in alto , il cosiddetto salto sul carro del vincitore – chiunque fosse – e i media nostrani non fanno eccezione alla regola, anzi! L’anomalia più evidente non è quella del bersagliatissimo Pd che, per un malinteso senso di responsabilità, si è immolato sull’altare della governabilità dissanguandosi e riducendosi ad un ectoplasma fluidico, difficile da identificare e da votare. No, l’anomalia più intollerabile e ben mascherata è quella degli opinion maker che recitano la doppia parte in commedia. Da un lato criticano la destra, dall’altro bastonano la sinistra la quale, senza il loro eccesso di zelo, forse avrebbe avuto qualche chance in più per fronteggiare l’avversario e per ridurne il dilagare. Ma si sa, il successo annunciato è un ottimo deodorante. Non aspettano altro che consegnare alla soluzione finale, altrimenti detta rottamazione , il Pd, padre di tutte le disgrazie della sinistra. Peggiore assai dell’eterno fascismo capace di riciclarsi e trasformarsi, come un redivivo Fregoli, e di assumere di volta in volta le forme più disparate – e disperanti – di vari fenomeni, l’ultimo dei quali ha assunto le sembianze di una pulzella bionda dall’occhio glauco ma dalla voce simile a quella di Romeo er mejo – pardon – er bullo der Colosseo! La fenomenologia del fascismo ha potuto schierare in Italia, nell’arco di cent’anni, vari fenomeni che da Mussolini in poi, scendendo per li rami a Bossi, Berlusconi, Grillo, Salvini è approdata infine alla Meloni: un cambio di genere, ma non di DNA. Essi hanno surrettiziamente coltivato la pianta velenosa del ventennio sottoponendola a diversi innesti per renderla più confacente al clima dei nuovi tempi. Tanto che i cosiddetti intellettuali-liberal-democratici minimizzano i rischi e le incognite insite nella vittoria della Meloni ostentando una olimpica fiducia nella tenuta delle istituzioni democratiche, sia rimuovendo i recenti vulnus inferti alla democrazia dal ventennio berlusconiano, sia sottovalutando il sicuro declino della nostra civiltà se, come dichiarato dalla Meloni, verranno riviste, corrette o negate alcune importanti conquiste civili approvate o da approvare. Mi riferisco alle leggi sull’accoglienza, alla 194, alla battaglia per lo ius soli, al diritto all’eutanasia e ai diritti delle coppie omosessuali … Può darsi che gli osservatori in cuor loro si rallegrino – a pensar male si fa peccato, ma … – del fatto che finalmente sia arrivato qualcuno che forse ci libererà dall’ingombrante incomodo di ospiti sgraditi come gli immigrati e metterà un po’ di ordine nel caos, un ordine nuovo, appunto. Quelli che Romano Prodi definisce felicemente fenomeni sono dotati di strani poteri in grado di ipnotizzare l’immemore popolo italiano – eterno Pinocchio – attratto da l’ lsola che non c’è , o meglio, dal Paese dei balocchi con l’incantatore Berlusconi – omino di burro – e la finta fatina – Meloni –pronta a prendere per il naso – e non solo – Pinocchio e a trascinarlo nell’Eden dei normali: etero, cattolici, patrioti, stanziali, antiabortisti, nazionalisti, razzisti, mulini bianchi … Tutti uguali, tutti normali, e tutti armati contro il mondo disuguale, minaccioso, provocatorio, destabilizzante. Non so se l’autodafé invocato da molti per il Pd sia la soluzione più auspicabile a seguito del deludente esito elettorale, ma osservo sommessamente che coloro che ora lo invocano sono gli stessi che prima apprezzavano gli sforzi di Letta e avversavano la triade Berlusconi-Salvini-Meloni: tutto sommato Meloni non olent. Dalla foga con la quale si chiede al Pd di suicidarsi si direbbe che il vero male dell’Italia siano i Democratici e non la destra nera che ha vinto le elezioni. Panta rei, tutto scorre, diceva Eraclito, ma non è detto che per questo, tutto cambi!

Anna Maria Guideri, 09-10-2022

Canto notturno (glb)

(leopardiana) : ovvero della libertà -consolatoria- di espressione

Quando l’asino raglia alla luna,
rompe la quiete della notte
e turba il sonno del giusto,
non è sua la colpa,
è nella sua natura.

Legato alla macina
o piegato dalla soma troppo carica,
trova liberatorio il suo canto:
gli impedisce di vedere
nel suo torturatore
la causa prima del suo disagio esistenziale.

E canta, come può,
come mamma gli ha insegnato;
per gli altri sono raglii sgraziati e stonati,
per lui è melodia struggente.

Tutte le ragioni ha l’asino,
ma questo non toglie che
asino è e asino resterà

Maokowski, 2022

AVANTI E INDRE’ (amg)

Il cielo è offuscato da corvi gracchianti,
è un ciel che ci invia segnali inquietanti.
I venti che soffiano son tempestosi,
sollevano in alto potenti marosi.

Un turbine nero il caos alimenta,
ma è un ordine nuovo e chi si spaventa?
Un nuovo futuro è già stato annunciato …
ma quale futuro … si torna al passato!

Quel che ci raccontano son tutte balle …
Meloni è il futuro … dietro le spalle!
Se il nuovo che avanza è Giorgia Meloni …
è donna però, di Benito ha i coglioni!

Giorgia Meloni fa come San Pietro,
dice : “Vo avanti”, ma poi torna indietro.
Il truce ventennio ribussa alle porte …
per dirla col duce: O Roma o morte

Anna Maria Guideri, 02-10-2022

Conoscenza (glb)

Conoscenza 1.0

Rara e preziosa era l’informazione:
lungo e faticoso il tempo per reperirla,
vaste le biblioteche, polverosi gli archivi,
alte le pile dei libri, innumerevoli
le pagine da consultare,
folti gli appunti rigorosamente scritti a mano;
lunghe le ore sottratte agli amori.
E molte le trappole da evitare per svelarla,
ardui i sentieri per rintracciarla;
analizzare le tracce e fiutare le orme
tesoro disvelato solo ai più fortunati,
e meritati, quelli dal culo di cuoio,
premio a chi riesce a vedere
l’albero e il bosco.

Vero discrimine di classe e d’ingegno,
dubbi i criteri per valutarla, e selezionarla
mai una certezza, e annotarla:
fogli e foglietti, che poi non leggi:
o magari perdi, o riscrivi …
e grande parte di piccola mente per ritenerla,
e denari per permetterti l’otium del tuo vagare.

Gratificante la conoscenza faticosamente acquisita,
frutto prezioso di operosa elaborazione,
tratto indelebile del carattere
e plasma dell’io.
Per non parlare del trono su cui puoi sederti;
anche il villano, nella sua ignoranza
s’inchinava al dottore, al solo sentore della
superiorità di sapienza e di classe.

Una tranquilla consapevolezza ti attende,
élite della competenza, il connettoma sociale
che solo garantisce l’ordinato progresso
d’ogni consorzio umano: sei tu
il ceto medio riflessivo, essenziale cerniera
tra il potere del denaro
e l’impotenza della miseria.
Sei tu che mantieni in vita il sistema.
Sei tu che puoi sognare di cambiarlo.

Zoòn logikòn, zoòn politicòn, zoòn egemòn.
Animale Razionale, sociale, capo e padrone del proprio destino.

Conoscenza 2.0

Abbondante e gratuita è oggi l’informazione
è varia, è vasta, è lei che ti cerca
ti sovrasta ti assilla e ti frastorna,
non si lascia sedurre, è lei che ti inebria
E poi è gratuita,
come la prima dose.

Ogni dato è alla portata di tutti,
del professore e della massa incolta,
non conosce barriere di lingua paese istruzione
basta un cellulare, nuovo Oracolo di Delfi,
che ti propone dati e informazioni,
a cascata, avulse da ogni contesto
del tuo vissuto o del tuo elaborato,
sempre nuove, anche discordi,
mirate o random che siano,
allucinazioni che neppure avevi intravisto
nei tuoi sonni più profondi
e neppure negli incubi più angosciosi.

Tu non conosci chi te l’offre e perché,
non hai l’obolo che induce il sacerdote
a renderti edotto, a recarti il conforto della sua verità,
ignota ti è la natura, arcane le fonti.

Ombre di conoscenza mai svelate,
vacue fiammelle in labirinti senza soluzione,
la cecità della buia notte in cui
tutte le vacche sono nere.
E tu stesso contribuisci al grande Caos
anche tu lo implementi con piccole gocce,
non frutto di conoscenza,
ma solo copie inconsce dal Metaverso.

Un vortice di segnali confusi ti avvolge,
come allora col vino “pede libero pulsanda tellus
ora col ditino compulsi frenetico una virtual tastiera:
è la facile illusione del possesso che ti inebria,
il Dato ti esalta, ti avvinghia e t’avvolge,
come il Minòs del Sommo,
come nel rito Dionisiaco.

Ebbro di hybris ti innalzi a dio,
ubriaco di nulla sprofondi nella melma,
inibito ad ogni possibile conoscenza
ed empatia.

La sbornia passa,
Incerto avverti il tuo destino,
poche le carte che ti ha dato la sorte,
non hai nemmeno un padrone
che si prenda cura di te
che ti conceda una ciotola e magari
una mezza carezza come gratifica
dopo una giornata di dura ed alienata fatica.

Come te ce ne sono tanti, praticamente tutti,
imprenditori di se stessi come recita
il liberalpensiero, in piena libertà di godersi
lo status di neoschiavo, sopravvivi senza sapere
e soprattutto senza chiederti il perché.
Tutti, come te, vittime della medesima droga:
l’informazione che non è diventata conoscenza,
tutti inconsapevoli del mondo liquido ed opaco
in cui siamo immersi.
Sei un precario senza bandiera che ti dia speranza
senza speranza di trovare una bandiera.
Ignavo senza colpa, solo fuochi fatui ti sono stendardo.

Zoòn alogikòn, zoòn akoinòn, zoòn eremòn
Animale Stupido, asociale, individualista e solitario.

Requiescat conoscenza, avvizzi l’empatia,
e pace eterna alla sapientia.
E così sia
Zoòn zotikòn

Maokovskij, 2022

DUCESSA

(Sull’aria di Contessa di Paolo Pietrangeli)

Fascisti dei lager e delle Ardeatine,
tornate in orbace e col manganello?
Che fate, picchiate ancora con quello?
Ma sono spariti la falce e il martello!
Che fate, picchiate ancora con quello?
Ma sono spariti la falce e il martello!

Voi sporchi fascisti che cuor non avete,
che i neri migranti respinger volete
nei luoghi di fame della loro terra,
nei luoghi di fame, di sete, di guerra …
Ma questo è un prezzo che non va pagato:
morire di fame, di guerra o affogato …

Mia cara DUCESSA è triste la sorte:
le idee del fascismo non sono mai morte …
Se c’è chi lo afferma sa cosa vuol dire:
gli basta ascoltarti per poter capire.
Se c’è chi lo afferma sa cosa vuol dire:
gli basta ascoltarti per poter capire.

Volete combattere contro i diversi:
drogati, obesi e gay son perversi;
non hanno diritto di cittadinanza,
volete guarire la lor devianza.
Non hanno i diritti degli esseri umani
perché son diversi, son troppo strani!

Tu invochi con grinta Dio, Patria e Famiglia,
ma senza sposarti hai fatto una figlia
e chi abortisce – con il tuo governo-
vorresti spedirlo dritto all’inferno!
E chi abortisce – con il tuo governo –
vorresti spedirlo dritto all’inferno!

Ai muri che alzi, i ponti opporremo,
uniti – siam tanti – alfin vinceremo
e l’accoglienza con l’integrazione
sconfiggeranno l’emarginazione …
E questo è l’impegno dei pacifisti :
SBARRARE PER SEMPRE LA STRADA AI FASCISTI!

Anna Maria Guideri, 28-09-2022

MOTTI DA LEGARE 14 amg

1 – Il qualunquismo è l’alibi per far vincere il peggiore.
2 – Odio la Meloni perché mi rende molto difficile difendere la parità di genere.
3 – Tranquilli, anche se vince la destra non cambierà niente … Allora perché si dà tanto da fare?
4 – La Meloni non è contro i gay, anzi, essendo contro l’aborto, li fa nascere … (Alessandro Sallusti)
5 – Talk show: supermercato dell’informazione dopata.
6 – I populisti dicono di apprezzare le virtù del popolo, ma di fatto ne assecondano i vizi.
7 – Perché tanti giornali, pur criticando la Meloni, pubblicano le sue gigantografie? Perché sanno che la gente non legge, ma guarda le figure!
8 – Non si sa bene cos’è la sinistra … invece si sa benissimo cos’è la destra!
9 – Il PD non fa abbastanza, perciò non lo voto … così farà ancora meno!
10 – Identitarismo : fare del proprio IO un DIO.
11 – Riforma fiscale: se ci sei fammi un fisco!
12 – La sinistra moderna deve passare dal comunismo al comunitarismo.
13 – FDI: un partito conservatore … del fascismo.
14 – L’identità esiste per riconoscersi, non per combattersi.
15 – L’ONU e il vincolo dell’unanimità: l’impotenza legalizzata.
16 – E’ morta la Regina Elisabetta II; il Principe Carlo è re del Regno Punito!
17 – Anaffettività : Bisogna amare i nostri simili … e chi li conosce?
18 – Educare i bambini a diventare adulti non significa educarli a diventare adulti simili a noi.
19 – Il rispetto delle opinioni altrui non nasce tanto dalla consapevolezza che anche noi possiamo sbagliare, ma dalla convinzione che, anche se abbiamo ragione, gli altri hanno tutto il diritto di sbagliare e di … ricredersi!
20 – Ninì Tirabusciò. Calenda con una mossa ha rotto con Letta: l’uomo che inventò la mossa!
21 – L’antidoto più efficace al razzismo è la ricchezza; se sei ricco non c’è colore che tenga!
22 – Il dramma che viviamo con Renzi e Calenda consiste nel fatto che, sì, sono politici piccoli piccoli, ma non abbastanza perché tutti se ne accorgano!
23 – In politica la matematica è un’opinione, anzi, tante opinioni. L’alleanza di forze politiche diverse porta spesso alla diminuzione anziché all’aumento dei voti. La somma diventa sottrazione!
24 –Chi segue chi? I populisti trascinano il popolo perché gli vanno dietro.
25 – Sinistra vagante. Se la gente non la vota si sposta al centro e se il centro non c’è … ruzzola a destra!
26 – Le donne che desiderano un tipo di uomo che non esiste non sono idealiste, sono femministe!

Anna Maria Guideri, 23-09-2022

Un soldato romano

Madia Renzo Giuseppe da Facebook

Una vera lettera di un soldato romano

Scritta nel II secolo d.c da un ragazzino di nome Apion di una piccola cittadina egiziana.
Si arruolò nell’esercito romano ad Alessandria, salì su una grande nave governativa e salpò per l’Italia. La nave superò una terribile tempesta.
Non appena sbarcato,ricevuta la sua nuova uniforme e la paga, ando’ a farsi dipingere in un quadro per la sua famiglia e lo inviò a casa insieme a questa lettera:
Apione a suo padre e signore Epimachos: Tanti auguri!
Prima di tutto spero che tu stia bene e che le cose vadano bene per te, mia sorella, sua figlia e mio fratello. Ringrazio il Signore Serapide [un dio egizio] per avermi salvato subito quando ero in pericolo in mare.
Quando sono arrivato a Miseno [il porto di guerra romano, vicino a Napoli], ho ricevuto tre monete d’oro dall’imperatore [Traiano?] come denaro per il viaggio, e sto bene.
Per favore, scrivimi una riga, mio ​​lord padre, sul tuo benessere, secondo su quello di mio fratello e mia sorella, e terzo in modo che io possa salutare devotamente la tua mano, perché mi hai educato bene e posso quindi sperare in una rapida promozione, gli dei volendo. Porta i miei saluti a Capiton [un amico] e mio fratello e mia sorella e Serenilla [una schiava di famiglia?] e i miei amici. Ti mando il mio piccolo ritratto tramite Euktemon. Il mio [nuovo]nome romano è Antonius Maximus.
Tutto il mio meglio!
La lettera venne scritta in greco su papiro, non dal ragazzo stesso, ma da uno scrittore di lettere pubblico ingaggiato.
Due degli amici di Apion che si arruolarono con lui aggiunsero i loro saluti nel margine sinistro.
La lettera era originariamente piegata e sigillata.
Passò dall’efficientissima posta militare romana e arrivò sana e salva fino al piccolo villaggio in Egitto, dove la lessero il padre e la famiglia del ragazzo quasi duemila anni fa. Dopo la morte del padre, la lettera si perse tra i rifiuti domestici e gli archeologi la trovarono non molto tempo fa sotto le mura crollate della casa. Con essa c’era un’altra lettera scritta da Apion anni dopo a sua sorella dopo che era stato a lungo di stanza da qualche parte sulla frontiera romana e aveva moglie e figli. Questo è tutto ciò che sappiamo.
Se permettete vorrei fare alcune considerazioni.
Ammetto di essermi commosso nel rilevare l’orgoglio di questo ragazzo per essere entrato nell’esercito romano.
Trovo ammirevole l’affetto e la riconoscenza per quanto il padre aveva fatto per lui,cosa ormai rara.
Generosa la diaria per il trasferimento, di 3 aurei, corrispondenti a 300 sesterzi,cioè circa la paga di un anno.
Sorprendente che oltre alla lettera abbia mandato un ritratto,penso in divisa, molto moderno!
Strabiliante il Cursus Publicus,tanto da consegnare la lettera in un piccolo villaggio egiziano.
Oggi parliamo tanto di inclusione: dovremmo imparare dai nostri antenati.
Ricordiamoci che all’epoca i provinciali erano ” Peregrini ” cioè non cittadini romani.

E vai a Pontida, ma anche a qualunque altro paese!

Giulia Bettini da Facebook

Stan giungendo.
Li ho visti in Pontida convenuti
dal monte e dal piano.
Stan giungendo
a udir il ciarlatano
cittadini di troppe città.

Oh spettacol di noia!
I lombardi son concordi,
serrati a una Lega
il migrante, al pennon ch’ella spiega
morto in mare
la tinta darà.

Stan giungendo.
Voi donne leghiste, ubbidite,
contente agli sposi
voi che i figli
vi guardan dubbiosi
festeggiate chi i milioni rubo’.

Matteo? Egli è uom come voi.
Come il vostro
è di carta il suo brando
ei venne con esso predando
ma il suo regno
ben presto fermò
poiché il ramo su cui si pacchiava
sì citrullo, quel ramo
un bel giorno tagliò!

(Libero adattamento della poesia di Giovanni Berchet, sperando che mi perdoni.)