UNA DONNA AL QUIRINALE?
(Anche no, però …)
Ci vuole una piccola stecca nel coro unanime delle ragionevoli e prevedibili lamentazioni per la mancata elezione di una donna – in gamba (?) – al Quirinale. A tal riguardo mi preme sottolineare un punto, sfuggito ai più, ma, a parer mio, non banale: quello del bicchiere mezzo pieno. Non eleggere una donna alla presidenza della Repubblica è un dramma? A giudicare dagli alti lai dei media allineati con il politicamente corretto sembrerebbe di sì. Penso che, visto il favore di cui le donne godono, soprattutto nei ruoli apicali del potere, averne proposte due, sia già un risultato, infatti non era mai accaduto prima. Il fatto che il volo di Belloni e Casellati sia stato interrotto proprio sul più bello, può essere letto – anche se non eletto – diversamente. Per esempio che si è infranto un tabù, che si è sbloccata una situazione di stallo secolare che potrà costituire un precedente per esiti migliori nel prossimo futuro. E che forse, con la mancata assunzione al cielo, pardon, al Colle, della Casellati, l’abbiamo scampata bella. E qui mi corre l’obbligo di ammettere che non ricordo meriti attribuibili alla sua persona al netto dell’uso privato dei voli di Stato, ai conflitti d’interesse di natura familistica e al voto da lei espresso a suo tempo a favore della tesi della stretta parentela di Ruby Rubacuori con l’ex Presidente dell’Egitto, Mubarak. Sarebbe – ella – stata la figura più idonea ad inaugurare l’era delle donne al Quirinale? Non è azzardato supporre di no. Ma il punto più importante che mi preme sottolineare è quello del falso egualitarismo di quanti si sono stracciati le vesti gridando all’ennesimo oltraggio alle donne che, in quanto tali, dovrebbero assurgere alla carica più alta dello Stato a titolo di risarcimento, indipendentemente dai meriti acquisiti. E questo solo per poter issare per primi la bandierina femminista sulla vetta del Colle. I trattamenti diversificati relativi al genere, anche se fatti con intento riparatore, sono discriminanti perché stigmatizzano la differenza assumendola come criterio di valutazione e non come un dato oggettivo che ha tutto il diritto di essere riconosciuto e rispettato per quello che è.
Anna Maria Guideri, 08-02-2022
Sull’orlo del vulcano
Testo di Gian Luigi Betti
Interventi e commenti di
Antonio Pettena, Stefano Menci, Roberto Fossi, Anna Maria Guideri, Gino Benvenuti, Ugo Barlozzetti, Enrico Tendi
pensierini di Gian Luigi Betti
Un altro spettro si aggira per l’Europa. È quello della minacciata guerra americana tramite Nato alla Russia col pretesto dell’Ucraina. L’ammassarsi delle truppe e le proclamazioni in atto dalle due parti ricordano la crisi di Cuba del 1962.
I missili sovietici installati a Cuba furono rimossi dopo un duro confronto militare e diplomatico in appena due settimane. Contestualmente furono rimossi i missili americani dalle basi turche ed italiane. In quell’occasione, al di là dell’immagine, a favore degli Usa, la partita fu una patta.
CUBA_lezione.pdf (treccani.it)
Crisi dei missili di Cuba – Wikipedia
Un altro ricordo è dato dall’aggressione della Nato e dell’Italia alla Iugoslavia. Era il 1999, Presidente del Consiglio dei Ministri Massimo D’Alema che guidava una coalizione Ulivo Pdci e Udeur. L’evento rappresenta a mio avviso un vero e proprio punto di singolarità per le seguenti ragioni:
- viene fatta una guerra senza sentire il parere del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (si sansisce che gli Usa non hanno bisogno di negoziare con nessuno e possono fare “legittimamente” tutte le guerre che vogliono
- l’Italia entra in guerra in violazione degli artt. 11, 78, 87 della Costituzione: la proclamazione viene annunciata dalle agenzie di stampa prima che il parlamento ne sia informato dal vicepresidente Sergio Mattarella
- l’Italia diventa partner militarmente attivo di primo piano nell’alleanza atlantica, braccio fidatissimo della politica Usa
- la Nato amplia e muta la propria mission, da alleanza puramente difensiva, a coalizione espansiva ad est (fino alla bella figura dell’Afganistan) e premendo sempre più i confini della Russia
Bombardamento della Jugoslavia, 1999: come l’Italia conquistò lo «status di grande paese».
Oggi la situazione presenta degli aspetti ben diversi di allora ma non per questo meno inquietanti:
- la crisi Ucraina si inserisce in un quadro più generale della strategia americana tesa alla riconquista del ruolo di unica potenza globale, posizione fortemente compromessa dai successi cinesi in tutti i campi
- la seconda guerra fredda comporta un ricompattamento di tutto l’occidente e degli altri partner/sudditi del neo impero statunitense in chiave anticinese
l’offensiva contro la Russia avrebbe quindi molteplici scopi:
- rompere l’integrazione economia tra Russia e UE (sopratutto interruzione degli approvvigionamenti energetici di gas)
- indebolire l’UE e spingerla ancora di più alla subordinazione economica del mercato e a quella politica a stelle e strisce
- ostacolare la nuova via della seta BRI (Belt and Road Initiative) Nuova via della seta – Wikipedia
- aiutare il presidente Biden a gestire il proprio ruolo fortemente compromesso. È una storia vecchia quella di usare la guerra come arma di distrazione di massa e come leva per avere potere politico ed egemonia reale (economia di guerra vs economia liberale di mercato)
tanto per ricordare vedi Tutte le guerre americane – Panorama
La politica americana sembra comunque presentare diversi punti critici:
- a differenza della prima guerra fredda la seconda non può far leva sull’attrattiva ideologica (mondo libero contro stato totalitario, democrazia contro comunismo, valori etici e religiosi contro ateismo). In fondo la politica estera cinese agisce nell’ambito dei principi imposti dalla pax americana dopo la caduta del muro di Berlino, quelli del libero scambio e del commercio senza vincoli a livello mondiale
- l’integrazione cinese nelle catene del valore a livello mondiale, sul piano produttivo, finanziario e della distribuzione, ha permeato tutti i settori e le aree geografiche del pianeta. Una crisi cinese è la crisi di tutti
- anche se gli USA sono l’unico attore che opera militarmente a livello globale, non è più in grado di essere il più forte in ogni scenario regionale.
- l’insensato cinismo della politica americana ed i danni esportati potrebbe compromettere il rapporto fiduciario con paesi tradizionalmente alleati come l’India, lo stesso Giappone, per non parlare del Sud America o dell’Africa ed ovviamente l’Europa. La chiamata alle armi potrebbe vedere più disertori di quanti ci si aspetterebbe
già da adesso possiamo vedere che
- la Turchia da tradizionale alleato e pilastro della Nato tende all’autonomia, magari con mire a ricoprire parte del ruolo del disciolto impero ottomano, e mentre si allontana dall’occidente trova elementi di accordo con la Cina e soprattutto con la Russia già suo tradizionale antagonista
- la Russia rafforza i suoi legami commerciali, politici ed anche militari con la Cina. Questo è tanto più mirabile considerato l’antagonismo storico tra i due paesi
- l’Unione Europea potrebbe essere costretta a fare quel salto all’integrazione interna ed all’affrancamento dalle politiche Usa che molti auspicano
Cosa possiamo aspettarci oggi?
- Il pericolo di guerra è reale. Risultato immediato una crisi economica che in Europa sarebbe devastante
- La crisi economica europea avrebbe ripercussioni sul piano politico e potrebbe portare ad una sua disgregazione di fatto (vale anche l’indirizzo opposto come ricordato prima)
- c’è da auspicare che l’Italia non faccia come nel 1999. Oggi non sono necessarie patenti di anticomunismo da acquistare a tutti i costi per dimostrare la propria modernità democratica e liberale. Dai nostri governanti ci si aspetta che almeno sappiano garantire l’interesse nazionale
- ultimo: siamo proprio sicuri che un coinvolgimento militare dell’Italia in Ucraina non provochi qualche danno anche al territorio nazionale?
Gian Luigi Betti, 3 febbraio 2022
Nota: considerato il carattere di questi appunti mi sono limitato a segnalare alcuni articoli omettendo la compilazione di una vera e propria bibliografia
COMMENTI
(in ordine inverso di arrivo)
Ugo Barlozzetti 9 febbraio 2022
Caro Mao, non credo che l’Ucraina sia l’orlo del vulcano, quanto piuttosto l’evidente speculazione sulle fonti energetiche che permetterà agli speculatori e in particolare con quelli che fanno capo agli Usa di acquisire gran parte del famigerato piano PNRR.Non a caso gli Usa stanno recuperando i costi del petrolio e del gas estratti dagli scisti bituminosi in un primo tempo non concorrenziali, anzi con i loro complici delle petromonarchie (che tra l’altro non rispettano i famosi diritti umani) tutte assolute e, guarda caso, islamiche sunnite, compreso il mai ricordato Brunei. La catastrofe del pianeta è peraltro garantita dalla spesa militare. Il calcio, come ideologia, continua a rincretinire come arma di distrazione di massa e per la lobotomizzazione delle nuove generazioni avanza l’ignorantificazione da comunicazione. La situazione è così clamorosamente evidente che, forse, ci sarà una risposta adeguata, forse. In Italia, e non solo, stanno emergendo dalle fogne i parassiti che politicanti e pennivendoli stanno rimettendo in circolo, non si può stare a vedere e bisogna capire che questa operazione è voluta e promossa dai padroni del vapore che sono sempre il nemico principale.Ho visto tante scritte con “insorgiamo” ma nessuna capacità realmente organzzativa, nemmeno di controinformazione. Eppoi c’è tutta la fuffa dei no.vax che mi pare un’altra arma di distrazione di massa.
HASTA LA VICTORIA!
ugbar
Enrico Tendi 7 febbraio 2022
Sull’orlo del Vulcano, di Gianni ha suscitato molti commenti, nessuno banale. Tutti esprimono preoccupazione, ed anch’io sono preoccupato come tutti.
Le notizie sono sempre più allarmanti : “ci sono prove inconfutabili che i russi hanno ammassato il 70% del potenziale bellico necessario ad invadere l’Ucraina, e Kiev cadrà in due giorni”, Queste certezze fanno paura, perché ricordano la sicumera con cui Bush e Blair annunciarono di avere prove schiaccianti sulla presenza di armi di distruzione di massa, e anche che Saddam avrebbe avuto l’atomica in poco tempo. Scatenarono la guerra e poi c’ hanno detto “scusate, ci siamo sbagliati “ E anche le rassicurazioni di Putin ricordano ai malpensanti le rassicurazioni di non interferenza sulle elezioni americane. Qualche commento sembra propendere di più per uno dei due agonisti, e qualcuno per l’altro. Ma la questione non è stabilire chi dei due abbia più ragione.
Se non ci fosse l’ Ucraina si sarebbe trovata un’altra causa per contendere, perché il principale obiettivo concreto è sopratutto il primo tra quelli ben individuati da Gianni: il mantenimento(secondo me) o la riconquista (secondo Gianni) del ruolo di principale potenza globale. Però l’Ucraina si presta bene allo scopo. Era una repubblica dell’URSS, confina direttamente con la Russia, ha una storia disomogenea, con una parte occidentale legata al regno di Polonia, all’impero austriaco, ed una parte sud orientale legata alla Russia, ed una storia comune solo dopo la rivoluzione d’ottobre. Anche le vicende politiche che si susseguono dall’ indipendenza ad oggi dimostrano una spaccatura nel paese, confermata dal voto disomogeneo delle popolazioni. Dal 1991 si sono alternati sei presidenti, di cui il primo già ex segretario del Partito Comunista Ucraino, il secondo, che durerà più di dieci anni, e prima capo del governo, anch’egli uomo di partito, fino poi al quarto, ancora filorusso, che viene eletto con una maggioranza risicata (51,8%), e che poi viene cacciato da una insurrezione popolare, (o un push parlamentare?) che salda governo ed opposizione, e poi si rifugia in Crimea, dove un referendum popolare ne proclama l’indipendenza con il 90% di voti favorevoli. E la Crimea fu un regalo di Krusciov all’ Ucraina per i 300 anni del trattato che legava i due paesi, Certo che anche nel 2014, per la Crimea, rullarono tamburi di guerra. Quanto popolare fosse l’insurrezione, e spontanea la pulsione libertaria che unisce opposizione e maggioranza, e quanto libero sia stato il referendum separatista della Crimea, io proprio non lo so. Devo dire che anche nei paesi più liberi e democratici le informazioni che arrivano alla popolazione sono sempre un po’ filtrate.
La questione di chi abbia ragione, e di chi abbia torto è, detto cinicamente, marginale. Forse si concluderà con una spartizione dei territori, che rientreranno nell’orbita russa, una parte, e l’altra non entrerà nella Nato, (organizzazione tutt’altro che di sola difesa, ma che ha messo pesantemente il naso anche nei nostri affari) ma orbiterà nell’area economica Europea. Di certo sembra poco probabile che la Russia rinunci ad uno sbocco sul mar Nero, che permette di raggiungere il Mediterraneo.
L’Europa è il soggetto che più ha da perdere in un eventuale conflitto. Intanto le bombe cadrebbero qui, intanto anche tanti ragazzi d’ Europa morirebbero. E anche tanti non dell’Europa, il che non è una consolazione. Le relazioni con la Russia sarebbero azzerate, ed anche senza il conflitto le sanzioni commerciali che verrebbero imposte punirebbero sopratutto quelle U.E. – Russia. A lume di naso mi sembra che l’unica parte che potrebbe non risentire di questa guerra sia la Cina.
Tutte le conclusioni, e di chi ha scritto e di chi ha commentato l’articolo sono pessimistiche. La crisi di Cuba fu risolta da due personalità importanti, e ora …?
Enrico Tendi 7 febbraio 2022
Sull’argomento
Presidenti dell’Ucraina – Wikipedia
Breve storia dell’Ucraina, aggiornata fino a un momento fa – Il Post
https://www.terzogiornale.it/2021/11/1/29/la-russia-questa-sconosciuta/
Ugo Barlozzetti 7 febbraio 2022
Mao carissimo, grazie per avermi inviate le osservazioni sul tuo testo ,che ho subito stampato. Lo condivido come quello di Gino Benvenuti, sempre attento e informato. Gli altri mi sembrano molto condizionati dalla propaganda di lor signori signori a cominciare dalla questione Assange. L’espansionismo russo è un’altra miserabile bufala : piuttosto è ben vero il contrario e assistiamo all’espansionismo Usa. Tra l’altro c’è un silenzio sul razzismo dei paesi baltici nei confronti dei russi e l’antisemitismo in Polonia e in Ungheria. Ma la politica nei confronti dell’America latina o la condizione di tanti cittadini degli stati uniti stessi e il sistema elettorale ridicolo? E’ necessario studiare gli anni dallo scoppio della prima guerre mondiale e capire come fondamentale per la comprensione dell’attualità. Personalmente credo che la fine del pianeta non dipende dalle guerre ma dalle spese militari e dalle speculazioni del capitale finanziario, se non si torna all’analisi della caduta del saggio di profitto e al caos della vera guerra, quella della speculazione e dello sfruttamento si va poco lontano. Per tutto questo sarebbe importante tornare a La Pira, a Firenze città operatrice di pace, con la proposta e/o l’organizzazione di un convegno o qualcosa di simile, incentrato sull’imperialismo oggi, vedendolo dal punto di vista leninista della fase suprema del capitalismo. Certo, fazioso questo convegno, magari, anzi possibilmente, non ufficiale ma con cervelli pensanti e non bacati dall’ideologia .
Hasta la victoria !
Ugo
———————–
Ancora una precisazione: ti ho scritto di getto e mi sono accorto della mancanza di chiarezza a proposito di Assange: intendevo scrivere che Fossi avrebbe dovuto tenere ben presente il caso Assange e capire le capacità di manipolazione nella guerra psicologica degli Usa e di come non sia per nulla chiara la questione degli avvelenamenti etc. Le provocazioni di lor signori risalgono almeno alla fine del Maine e su Pearl Harbor non mancano interessanti documenti o l’assassinio dei due Kennedy o la stessa vicenda delle torri gemelle o…Mi piacerebbe affrontare in modo adeguatamente scientifico anche la storia di Stalin..
Gino Benvenuti 6 febbraio 2022
Ho letto con interesse l’intervento di Gian Luigi e pertanto, dato che lo trovo esauriente e dettagliato e soprattutto condivisibile, cercherò di evitare sovrapposizioni per occupare meno spazio e vi risparmio elementi ripetitivi. Indubbiamente l’ipotesi di un nuovo conflitto bellico con riflessi internazionali in Europa rischia di materializzarsi da un momento all’altro e questo evento allarma chiunque abbia un minimo di rudimenti e coscienza politica. La realtà attuale è ben diversa da quella conosciuta a partire dall’immediato secondo dopo-guerra fino al dissolvimento della realtà sovietica.
In quel periodo dominato dalla contrapposizione tra blocchi antagonisti e dagli accordi di Yalta l’Europa non ha conosciuto conflitti perché era in atto un “equilibrio del terrore” che sconsigliava qualsiai avventurismo militare e se ci sono stati eventi bellici rilevanti essi si sono svolti in altri contesti (uno per tutti la guerra in Vietnam).
La forza d’urto militare, che potevano sviluppare entrambi blocchi, seppur ragguardevole non è minimamente paragonabile a quella odierna. Una ragione in più per evitare qualsiasi avventurismo militare.
Lo scenario dello sbriciolamento della realtà sovietica di cui mi ricordo bene le manifestazioni di giubilo di chi preconizzava un futuro radioso per l’umanità e la fine di tutte le guerre ha cambiato lo scenario mondiale ed è successo esattamente il contrario. Non bisogna essere docenti di geopolitica per capire che in quella situazione gli Stati Uniti hanno cercato di trarre il massimo vantaggio dalla scomparsa del nemico storico o “regno del male” come affermò Reagan e tra le prime mosse c’è stata quella di attenzionare la realtà Ucraina già dal 1990. Vorrei ricordare che un diplomatico di livello internazionale come Henry Kissinger mise in guardia il proprio governo da intervenire in Ucraina.
Da quel periodo è stato un crescendo di eventi bellici per conquistare spazi strategicamente importanti (esemplare quella in Siria dove la Russia si è schierata a suo favore per avere il tanto agognato sbocco sul Mediterraneo mentre gli U.S.A. si sono avvalsi della collaborazione dell’Isis) e dopo l’Afganistan in cui abbiamo assistito all’intervento della Nato e all’epilogo disastroso per gli Stati Uniti.
Lo scenario politico internazionale è cambiato alla fine degli anni ‘90 per tre fattori: la crescita economica e militare della Cina che ha sfruttato al meglio la globalizzazione, accettandone le condizioni tanto che si assiste al paradosso per cui paesi fautori entusiasti dell’economia liberista hanno avuto tentazioni protezionistiche ancora non sopite mentre essa, che qualcuno pensava paladina di un’impronta statalista e protezionista, è di fatto una convinta partner liberoscambista. La globalizzazione che si è rivelata per alcuni il decollo delle proprie economie ed il terzo fattore politicamente rilevante è la nascita dell’Europa, che è il nostro contenitore politico, sul cui ruolo bisognerà riflettere. In questo frangente critico balbetta in quanto non avendo una leadership unitaria dal punto di vista diplomatico lascia ai singoli stati le varie iniziative dove ognuno gioca per conto proprio. Un entità che ha tutti i parametri necessari per essere paragonata alle due superpotenze bisogna necessariamente che si strutturi in maniera adeguata e non basta l’unità monetaria per giocare un ruolo da partner primario in certe situazioni. Questa mancata omogeneità è un rischio grosso per l’integrità dell’Europa ed anche quindi per l’Italia. La mancanza di una propria autonomia è stata palesata in maniera esemplare con il diktat subito per imporre le sanzioni alla Russia, che non brilla certamente per spirito libertario, ma non potendole accettare ha subito contraccambiato con il risultato che abbiamo avuto danni economici mentre la Merkel operava in proprio nel trattare il gas russo. Ricordiamoci inoltre che l’Europa unita è stata ed è avversata dagli Stati Uniti.
Dalla guerra in Corea che io da ragazzo udivo alla radio con la canonica introduzione “qui 38o parallelo” ad oggi lo scenario politico è profondamente diverso. Io credo che il patto Russia-Cina sia un deterrente politico e militare per controbattere la tracotanza degli Stati Uniti nel voler dettare le regole al mondo da una condizione di debolezza politica e militare, perché con l’abbandono dell’Afganistan ormai si è eclissata dallo scenario asiatico, ed è inoltre alle prese con un debito pubblico che per la prima volta ha superato 30.000 mila miliardi. Certamente una guerra sarebbe disastrosa ed ha ragione Anna Maria quando afferma che “potrebbero svilupparsi veleni mortali incontrollabili”.
Gino Benvenuti, 6 febbraio 2022
Anna Maria Guideri 5 febbraio 2022
Grazie sia a Gianni che a Stefano Menci per il loro contributo significativo dato alla riflessione sulla questione Ucraina. Mi ritrovo abbastanza, in quanto osservatrice interessata ma non esperta di geopolitica, in sintonia con le perplessità di Stefano riguardo alla divisione del mondo in “buoni e cattivi”, al suo “ecumenismo” nel considerare il grande contributo che ogni popolo ha dato a dà alla crescita culturale, civile ed umana del mondo, senza dover essere identificato con il potere che spesso indegnamente, lo rappresenta. Allo stesso tempo però, avverto la necessità di distinguere per chiarire e poter scegliere da che parte stare perché, più dei “cattivi” di turno, io temo il caos in cui potremmo precipitare e da cui potrebbero – come la pandemia dimostra – sprigionarsi veleni mortali incontrollabili tali da “infettare” tutti: buoni, cattivi e così così … Mi chiedo: se Turchia, Russia e Cina formeranno un blocco sempre più coeso contro l’occidente e se l’Europa si affrancherà dall’America, quali nuovi equilibri – o “squilibri” si creeranno? Ed eventualmente, come potrà un’Europa verosimilmente divisa e disorientata far fronte a questa situazione sia economicamente che politicamente? Saremo così mal ridotti da dover rimpiangere Trump e la sua politica di menefreghismo totale verso tutti gli stati del mondo meno che verso l’America secondo lo slogan “America first?” Ce lo possiamo permettere come europei e come italiani? Possiamo solo sperare che la diplomazia europea si muova oculatamente facendo fronte comune per evitare il peggio: una guerra che si preannuncia disastrosa e che ci può precipitare in un nuovo disordine mondiale ( ammesso che l’attuale si possa definire “ordine”), tenendo conto di tutti i fattori e attori in gioco: valori, interessi, effetti possibili in relazione alle scelte che verranno fatte. Di nuovo grazie. Anna M
Roberto Fossi 4 febbraio 2022
Ciao Gianni, avrei raccolto volentieri l’invito a mettere anche da parte mia un po’ di carne al fuoco sull’argomento ma non ho avuto tempo e poco ne avrò in settimana nuova ma volevo almeno dirti che:
. Il tuo pezzo è scritto molto bene
. Molte cose le condivido ma rilevo che:
– non c’è un accenno alla autoritaria politica russa, sia verso l’interno che verso l’estero (le fakes usate durante le elezioni presidenziali americane e anche durante quelle italiane favorendo M5s e Lega)
– in Russia sono stati uccisi più di 150 giornalisti che hanno osato opporsi al regime, i morti col plutonio in GB e il tentativo di uccidere Navalny
– La politica di Putin verso i paesi dell’ex URSS è quella dell’annessione o con i referendum. o con la forza
– un asse Russia/Cina porterebbe ad uno sicuro scontro armato con l’occidente, dai risvolti imprevedibili
– l’unica cosa che io vedo possibile è un area neutrale/cuscinetto fra la Russia ed Europa occidentale oltre che a trovare una soluzione verso la continua espansione militare russa nel mediterraneo iniziata con l’apertura di sbocchi a mare offerti dalla Siria
Ci sarebbero molte altre cose da dire, dal mio punto di vista ma devo fermarmi
Un abbraccione
Roberto
Stefano Menci 4 febbraio 2022
di fatto invidio la chiarezza di vedute della tua esposizione, molto dettagliata e direi a volo d’uccello, una sana divisione in blocchi, finti buoni ma con tanti scheletri nell’armadio, cattivi veri ma in fondo dall’animo gentile, in certe parti mi ha ricordato un po’ la retorica dei manifesti del partito marxista leninista che leggevo in gioventù, appesi ai muri della scuola, in altre invece una ineccepibile ricostruzione di vicende trascorse e rimosse dalla nostra coscienza, non essendo un assiduo lettore di Limes comprendo a malapena chi attacca chi, perché e a quale scopo, posso solo dire che per me i russi non sono Putin e gli americani non sono Biden (o forse dovrei dire neppure Trump), le vicende di geopolitica sono decise dai governanti (sotto gli auspici del complotto giudaico massone con la collaborazione di Soros, Bill Gates e Musk) ma le persone cosa ne sanno? cosa pensano? che vita fanno in Ucraina, che vita facevano prima, che vita fanno oggi i russi, sono felici, hanno problemi insormontabili, i cinesi in fondo li vediamo come tante formichine, tutte uguali, se pensiamo ai cinesi non pensiamo al signor Ping o Jing o Pong, sono cinesi ebbasta, hanno anche loro una assistenza sanitaria come la nostra? si sentono protetti oppure abbandonati in una giungla dove vige la legge del più forte (come da noi), un cinese sarebbe contento di vivere dove vivo io e per contro io ci vivrei dove vivono loro? forse sono un po’ razzista, io sto comodo dove sto, mi farebbe una gran fatica cambiare le abitudini. I russi sono persone eccezionali, grandi menti, scrittori e musicisti fondamentali per la cultura del pianeta, gli americani anche sono persone eccezionali, grandi menti, scrittori e musicisti fondamentali per la cultura del pianeta e che dire dei cinesi, anche loro, anche noi, tutti i paesi anche se in epoche diverse hanno mostrato la capacità di essere fondamentali per il bene di tutti. Per tornare al nostro argomento, per chi devo parteggiare in caso di conflitto, scelgo un po’ pilatescamente di non parteggiare, posso fare solo qualche considerazione su chi sarà il meno peggio del gruppo, nell’america reale i neri ancora non hanno tutti i diritti (come d’altronde neppure da noi e forse neppure in cina o in russia), nella russia di putin siamo sicuri che le persone si sentono libere, nella cina i cittadini si sentono persone oppure anche i loro governanti li vedono come formichine, tutte uguali, non saprei davvero riconoscere a colpo il vero cattivo e il vero buono, per questo resto un po’ così…..in attesa di un prossimo disastro che non so quando ma sicuramente arriverà.
stefano
Antonio Pettena 4 febbraio 2022
Antonio Pettena
Sono perfettamente d’accordo. Purtroppo l’Europa è troppo indietro per quanto riguarda l’integrazione, l’unico strumento che potrebbe dar forza ai paesi che la compongono per opporsi alla strategia americana che rischia di portarci la guerra in casa.
UN 4 NOVEMBRE CONTRO LA GUERRA
Come ogni anno dal 2012 (abbiamo saltato il 2020 causa covid) l’Istituto Ernesto De Martino ed il Comitato “Fermiamo la guerra” di Firenze, con il sostegno di altre realtà, promuovono l’iniziativa “Canzoni contro la guerra” (vedi il programma qui di seguito ed in allegato) con l’intento di presentare un’alternativa alla celebrazione della guerra ’15-’18 e della ” vittoria” (vittoria come? perché? per chi) che la concluse.
Si trattò di un’ “inutile strage”, come pure fu definita, che costò la vita a centinaia di migliaia di uomini (quasi 700.000 le vittime italiane, a cui vanno aggiunte quelle del fronte opposto, su cui va riversata ugualmente la nostra “pietas”), causò ferite e mutilazioni a un numero altissimo di persone, provocò immense sofferenze a coloro che condussero per mesi ed anni la vita di trincea e furono costretti ad andare all’attacco, sotto il fuoco delle mitragliatrici, per conquistare pochi metri di terra.
Andrebbero riprese altre iniziative contro la guerra, iniziative portate avanti nel passato, ma oggi abbastanza trascurate, e cioè:
– l’obiezione fiscale alle spese militari, che abbiamo praticato per qualche anno nel secolo scorso;
– i volantinaggi, con le ragioni del “ripudio della guerra”, così com’è affermato nella Costituzione, da attuare il 4 novembre (laddove si celebra “la vittoria”);
– le campagne per cambiare il nome di strade e piazze intitolate al generale Cadorna, che ordinò le fucilazioni dei soldati che si ribellavano alla guerra (ed a personaggi simili a lui);
– le mobilitazioni contro le guerre in atto oggi (mobilitazioni che vi sono state, a livello di massa, all’inizio degli anni 2000 – vedi, fra le altre, la straordinaria manifestazione che concluse nel 2002 il Forum Sociale Europeo di Firenze -, quando il movimento pacifista era divenuto, a detta del”New York Times”, la “seconda potenza mondiale” -);
– l’opposizione contro ogni aumento delle spese militari, in Italia ed in Europa (con l’obiettivo, per usare le parole di Sandro Pertini “di trasformare gli arsenali in granai”);
– la ripresa di iniziative perchè l’Italia aderisca al TPAN (Trattato per l’abolizione delle Armi Nucleari), e di conseguenza non permetta che vi siano ordigni atomici sul suo territorio, e perché si conosca, e si sostenga, il sistema di difesa “non armata e nonviolenta” che persone del Movimento di Azione Nonviolenta (cito per tutti Aldo Capitini e Alberto L’Abate) hanno indicato come l’unica valida in un Paese che, costituzionalmente, “ripudia la guerra”;
– lo sviluppo di movimenti per l’occupazione, contro il precariato, contro le delocalizzazioni, per una svolta ecologica nel sistema produttivo, contro le grandi, e piccole, opere inutili e dannose – per l’ambiente e la qualità della vita delle persone -, tipo l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola a Firenze, su cui si vorrebbe investire anche parte dei fondi del PNRR – …, considerato che occorre un profondo intreccio tra mobilitazioni pacifiste e mobilitazioni sociali (a partire dalla lotta dei lavoratori e delle lavoratrici della GKN e dalla piena solidarietà a Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace).
Occorre riprendere le analisi e le proposte che furono avanzate nel periodo dei Social Forum, che avevano al centro, accanto ad altri obiettivi, il NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA.
Per avviare una nuova stagione di IMPEGNO PACIFISTA.
Moreno Biagioni, 3 novembre
MOTTI DA LEGARE 9
1 – Mattarella rieletto Presidente della Repubblica: lo sventurato rispose.
2 – Perché Salvini ha impallinato i candidati della destra? Perché li ha scambiati per quelli della sinistra!
3 – La politica, dopo essersi suicidata, pretende di occupare il centro della scena. Praticamente cerca di riempire il vuoto con il nulla.
4 – A Massimo Cacciari: “Cosa pensa della Belloni Presidente della Repubblica?” “Cosa volete che ne pensi? Io non la conosco …” e se IO non la conosco, cosa volete che valga?
5 – Femminismo. Se per essere considerate brave come i maschi bisogna somigliare alla Meloni, allora meglio la discriminazione!
7 – Letta, Lucia Annunziata & C. : “Berlusconi non è candidabile perché è divisivo:” No, è divisivo perché non è candidabile.
8 – Montanelli: “Berlusconi sarà un vaccino che ci immunizzerà per sempre.” Stiamo pagando ancora il prezzo dei tagli alla ricerca!
9 – Pier Ferdinando Casini: l’insostenibile pesantezza del non essere.
10 – Berlusconi : in Mediaset stat virus.
11 – I no vax non si arrendono … Una bandierina val bene la morte di migliaia di persone.
13 – Quirinale: Berlusconi è stato dismesso con il massimo dei veti!
14 – “Draghi dovrebbe essere sia capo del governo che Presidente della Repubblica:” un uomo per tutte le poltrone.
15 – I politici chiamano un tecnico perché non sanno governare e poi pretendono di governare riparandosi dietro al tecnico.
16 – Casellati al Quirinale? Soluzione finale!
17 – Molti neofascisti negano il ritorno del fascismo. Perché si sottovalutano così tanto?
18 – Draghi ha tolto il pallino ai partiti? No, i partiti l’hanno tolto a Conte e a se stessi dandolo a Draghi.
19 – Quirinale. Ogni parte vuole un candidato super partes che sia dalla … propria parte!
20 – Chi ha il mito del capo ha l’anima di un servo.
21 – La matematica è un’opinione. Le donne per essere considerate pari agli uomini devono valere il doppio.
22 – Salvini: “Avremo una Presidente donna in gamba. ..” … quindi, un’eccezione, infatti … Mattarella bis!
23 – Berlusconi si candida al Quirinale: la voce dell’indecenza.
24 – Letta: “Dobbiamo essere i preservatori di Draghi.” No comment.
25 – L’anno del Dragone. Draghi, meglio al governo o meglio al Quirinale? Se va al Quirinale, chi ci va al governo? E se resta al governo chi va al Quirinale? Meglio sarebbe se andasse da tutte e due le parti, mezzo di qua e mezzo di là: Il Dragone dimezzato.
26 – Berlusconi ha rinunciato alla corsa al Quirinale. Vox media: “Ci mancherà.” Preferisco piangere perché non posso più ridere di lui che ridere perché mi fa piangere.
27 – Cosa pensare di Berlusconi? Ai postumi l’ardua sentenza.
28 – No vax: “Abbiamo il diritto di esprimere le nostre idee.” Quali?
29 – Migranti: hanno raggiunto la fame internazionale.
30 – “Nella contesa quirinalizia hanno perso tutti i leader di partito – compreso Letta – tranne la Meloni che è rimasta immobile” (A. Padellaro, Il Fatto Quotidiano). Non si capisce perché la Meloni che non ha ottenuto nulla si sarebbe rafforzata e Letta che ha portato a casa il risultato che voleva, si sarebbe indebolito.
Anna Maria Guideri, 1 febbraio 2022
Salvini, un eroe del nostro tempo
come il piffero di montagna
La sinistra era il bersaglio,
ma lui ha preso un forte abbaglio:
con la mira sua maldestra
ha sparato al centrodestra.
Uno ad uno son caduti
sotto i colpi ricevuti
dal killmaker della Lega
– l’assassin che tutto nega –
Pera, Nordio e la Moratti
– questi sono i nudi fatti –
con Frattini e Casellati
sono stati sterminati!
E’ Salvini l’omicida;
or nessun di lui si fida:
per suonare era andato,
ma ahimè, fu lui il suonato!
Anna Maria Guideri, 31-01-2022
Strategia della tensione……. chi era costei?
Quando, qualche tempo fa, l’on. Giorgia Meloni, commentando l’assalto alla sede della CGIL, dichiarò che “quello che era accaduto ci rimanda indietro agli anni bui della strategia della tensione” (1) e che “Non conosceva la matrice fascista? ” (2),ho pensato che, se c’è tanta gente che non è sobbalzata a queste parole, significa che nonostante tutto, ce n’è abbastanza che non sa niente di quanto sia successo in Italia tanti anni fa, e quanto abbia inciso nella nostra vita.
(1)Meloni “Scontri volutamente permessi, è strategia della
2) Assalto alla Cgil, Giorgia Meloni: “Fascista? Non conosco la matrice”. L’ombra nera che oscura Fratelli d’Italia (thesocialpost.it)
Forse perché è passato tanto tempo, forse perché le tante pubblicazioni che raccontano la storia di allora sono troppo ponderose, ed oggi le informazioni devono essere essenziali e stringate per essere ben comprese dai più. Gli approfondimenti sono riservati agli studiosi. E, in un epoca che ospita i terrapiattisti, quelli che credono che insieme al vaccino ci inoculino anche un chip e anche quelli che “te lo dicono, ma sulla luna non ci sono mai andati”, in quest’epoca sono ancora molti quelli che abboccano alle false, e ben costruite notizie diffuse a quei tempi sugli autori ed i mandanti.
La Cena
Da: Mosaico / Gino Benvenuti. Il Punto rosso, 2019.
http://www.puntorosso.it/edizioni.html
In un’ampia sala di ingresso di una casa colonica, finemente ristrutturata, cominciarono ad arrivare alla spicciolata, nel tardo pomeriggio, un gruppo di persone invitate per una cena. Ad attenderli in quella stanza dal soffitto alto e con il pavimento in cotto lucidato, con delle bellissime piante ornamentali, c’erano dei camerieri in divisa da grande occasione. Uno di essi aveva al momento, il compito di accompagnare le persone al guardaroba e sistemare i soprabiti, un altro era a disposizione per risolvere qualsiasi problema che potesse nascere anche per comunicare con l’esterno dato che in quella zona, i cellulari non ricevevano alcun segnale e gli altri camerieri erano in cucina.
Quel luogo non era la prima volta che ospitava delle cene riservate ed il gruppo, essendo molto affiatato, in attesa di sedersi si sbizzarrì con ricordi, argomenti, commenti sui loro abbigliamenti di circostanza e pettegolezzi vari. In questo piacevole colloquiare cominciarono subito a sostituire il nome di battesimo con il soprannome. Fu così che la farmacista una donna nubile di mezza età e di media statura sempre silenziosa e taciturna, non appariscente e sempre con gli occhiali scuri, da Margherita diventò “Fiala” non per la sua magrezza bensì perché non disdegnava distribuire in certe circostanze particolari, delle sostanze senza ricetta, l’insegnante e traduttrice di madrelingua inglese venne subito chiamata “Biancaneve” invece di Hillary perché circolavano voci insistenti che avesse l’abitudine saltuarie di tirare su della coca, mentre il notaio un uomo di bassa statura, con pochi capelli, brutto, dal corpo sgraziato e leggermente gibboso che lo aveva reso oggetto di dileggio e canzonature costanti dalla scuola elementare in poi, in possesso di una notevole cultura e titoli accademici di riconosciuto valore, fosse chiamato confidenzialmente “Leopardi”.
Leggi tutto “La Cena”Lanterne verdi
(ovvero la necessità urgente di un forte impegno antirazzista)
In un periodo in cui, per impedire l’accesso sul suolo europeo a richiedenti asilo, profughi/e, migranti, sorgono muri e non si soccorre chi naufraga in mare, diviene ancora più necessario impegnarsi sul terreno dell’accoglienza solidale e dell’antirazzismo.
Tanto più che adesso è messa sotto accusa l’idea stessa di solidarietà (si veda la condanna di Mimmo Lucano e l’incriminazione, poi rientrata, delle persone che a Trieste davano rifugio e sostegno ai migranti provenienti dalla rotta balcanica) ed occorre quindi riaffermarla come principio basilare della convivenza umana.
Per questo vorremmo qui riproporre le iniziative della Rete Antirazzista che da oltre un ventennio si batte in città, a Firenze, contro ogni tipo di discriminazione, sia nella società che a livello delle istituzioni, e di “Umani per r/esistere”, un soggetto nato, sempre a Firenze, al tempo dei Decreti Salvini al fine di unire all’azione di denuncia e di contrasto nei confronti di tali decreti un’attività pratica volta a dare ospitalità a coloro che venivano messi fuori, sulla base appunto delle nuove norme, dai centri di accoglienza istituzionali.
Da un lato, quindi, si raccoglievano firme su un appello elaborato dall’ex Magistrato Beniamino Deidda – che, alla luce dei principi costituzionali “demoliva” i decreti Salvini -, dall’altra si cominciava a costruire una rete di interventi concreti di accoglienza.
Com’era avvenuto in altre occasioni, al pensiero ed all’azione razzista si contrapponevano il pensiero e l’azione solidale e antirazzista (penso al tempo delle campagne contro i Rom ed alle iniziative che le contrastarono, riuscendo ad incidere positivamente sulla cittadinanza).
Come sta avvenendo oggi ai confini della Polonia con la Bielorussia, dove ai proclami delle autorità che negano ogni possibilità di aiuto a chi cerca di varcare il confine, condannando a morte certa nel gelo uomini, donne e bambini, spuntano le “lanterne verdi”, cioè i segnali messi sull’uscio della propria casa da quanti/e sono disponibili, rischiando i rigori della legge, a dare sostegno a chi cerca di andare verso ovest per trovare una vita migliore.
In tutto questo ci sono due idee diverse ed opposte di Europa che si contrappongono:
- Una, che ha il sostegno delle leggi e intende costruire muri, è quella dell’ “Europa fortezza”, da preservare nei confronti di tutte/i coloro che intendono raggiungerla e che vanno considerati come dei potenziali “invasori”;
- l’altra, che invece stabilisce ponti e canali al fine di aprirsi ai nuovi cittadini/alle nuove cittadine e di crescere così attraverso l’incontro ed il confronto interculturale, secondo lo spirito che aveva animato il “Manifesto di Ventotene” (cioè l’idea di Europa di Spinelli, Rossi, Colorni, che l’avevano appunto lanciata dall’isola in cui erano stati confinati dal fascismo).
Se c’è una possibilità di sopravvivenza per l’umanità, oltre ad un’inversione decisa nei rapporti con l’ambiente, è quella di andare incontro ad un processo di meticciato che superi davvero barriere e confini.
L’intreccio, il “metissage”, la “mescolanza” di persone e culture sono l’unico futuro possibile dell’umanità, in una prospettiva che realizzi davvero l’ideale per cui “nostra patria è il mondo intero”.
- il sostegno finanziario alle navi che operano per raccogliere i naufraghi, spesso ostacolate e boicottate,
- la richiesta che vengano sospesi i brevetti sui vaccini anti-covid (e si possano quindi estendere le vaccinazioni in Africa e nelle altre zone dove, fino ad oggi, sono state vaccinate precentuali bassissime di popolazione),
- l’impegno per ampliare la rete di accoglienza a coloro che riescono a raggiungere le nostre città,
- la mobilitazione perché vengano risolte alcune questioni che si trascinano ormai da molto tempo (ad esempio, l’approvazione di una legge che realizzi finalmente lo “jus soli”),
- la solidarietà a chi è messo sotto accusa per il suo impegno solidale (innanzitutto a Mimmo Lucano, che aveva portato avanti una esperienza esemplare a Riace – un’esperienza che coniugava l’impegno ad accogliere i/le migranti con la rivitalizzazione di un paese in via di abbandono, un’esperienza attaccata e distrutta dai poteri forti e da gran parte dei soggetti politici – e che è stato condannato in prima istanza, con una sentenza assurda, a 13 anni di carcere ed al versamento di una somma notevole).
A quanto affermava Ernesto Balducci – “l’uomo del futuro o sarà un uomo di pace o non sarà” – si potrebbe aggiungere “le persone del futuro o saranno meticce o non saranno” (perché si si isoleranno, chiudendosi ciascuno nella propria “piccola patria”, e correranno il rischio di distruggersi a vicenda tramite i possibili scontri tra le diverse realtà identitarie).
Per questi motivi bisogna rimettere al centro del nostro agire, in un tempo di pandemia in cui altri temi stanno prendendo il sopravvento, l’antirazzismo, l’accoglienza, la solidarietà con chi arriva in Italia dal Mediterraneo o dalla “rotta balcanica”.
Molti sono i modi per dare concretezza a queste azioni – per mettere, anche noi, sulle nostre case delle “lanterne verdi” -, e cioè:
Di fronte ad una società basata sulla ricerca del profitto è stata proposta negli ultimi tempi la Società della Cura, che si basa invece sul prendersi cura dell’ambiente, delle altre persone, di noi stessi.
Ebbene, senza una pratica coerente e decisa sui terreni dell’antirazzismo – contro il razzismo odierno, che si collega spesso alle forme, vecchie e nuove, con cui si manifesta il fascismo -, della solidarietà, dell’accoglienza non può esistere la Società della Cura.
Ed è per questo che riproponiamo come prioritari tali terreni d’azione e riprononiamo la Rete Antirazzista e “Umani per r/esistere” come strumenti importanti per portarli avanti.
Moreno Biagioni, 28 gennaio 2022
Tiritiritù
Frizzi e lazzi e parampocchi
sono stanchi pure gli occhi
del vidente spettatore
in Tivvù a tutte l’ore
il nanpagliaccio s’è svelato
dall’agone s’è sfilato
Frizzi lazzi e parampecchi
stanchi son pure gl’orecchi
dell’udente ascoltatore
alle radio a tutte l’ore.
Fochi in cielo e salti in pista
si rallenta tutto quanto
la grancassa s’è sfondata
e la gente se n’è andata.
Solo resta il nanpagliaccio
con in man solo uno straccio
ed al suon della trombetta
che lo chiama un po’ di fretta
tiritiritù???
la risposta anche indiretta
mesta come una servetta
tarataratà…
e domani si vedrà
Il Baffo Aretino 23 gennaio 2022
Andrea Rauch, 23 gennaio 2022 da Facebook