Il fattore D è il fattore Donna,
non come Delitto,
ma come Diritto.
Non come Discriminazione,
ma come Dedizione.
Non come Dipendenza,
ma come Divergenza.
Più che Diversità
la D è Dignità.
Anna Maria Guideri, 25-11-2021
Il fattore D è il fattore Donna,
non come Delitto,
ma come Diritto.
Non come Discriminazione,
ma come Dedizione.
Non come Dipendenza,
ma come Divergenza.
Più che Diversità
la D è Dignità.
Anna Maria Guideri, 25-11-2021
Cara Grande Aringa,
mi sembra che il vento della cretinisia e dell’ipocrisia stia rafforzando la propria forza: le campagne di disinformazione per fare danni al governo della repubblica popolare cinese, principale obiettivo degli imperialisti usa è clamoroso come il ruolo dei complici baltici (vedi la Lituania che apre un’ambasciata a Taiwan, ma la doppiezza tedesca è sconcertante: appoggio al governo polacco, peraltro in situazione non facile rispetto ai movimenti femminili sulla questione dell’aborto, a proposito di quello che sarebbe l’assalto per destabilizzare l’Europa, mentre nel Mediterraneo le organizzazioni in gran parte tedesche sostengono l’arrivo in Europa, via repubblica italiana di centinaio di profughi al giorno, anch’essi in gran parte islamici come quelli che cercano di entrare via Polonia, ma africane /i. Il silenzio del papa sullo scandalo dell’atteggiamento di un governo apertamente clericale, come quello Lituano, rivela tutta la doppiezza vaticana.
La vergogna della compiacente copertura mediatica del pagliazzo di Rignano invece è preoccupante per le potenziali manipolazioni permesse dalle leggi elettorali introdotte dal regime dopo il colpo di stato di Umberto III. I lobotomizzati intanto si muovomo nelle piazze d’Europa e forse tutto ciò è promosso dai padroni del vapore per favorire la diffusione e la persistenza del morbo,insomma le capacità strategiche dell’avversario di classe sono notevoli: sarebbe l’ora di invertire la rotta dell’atomizzazione dei super intelligentoni che si credono Marx o Lenin redivivi e impegnarsi per una unità nuova tra le masse proletarie e proletarizzate prima che il sottoproletariato diventi la massa di manovra per regimi orvellianamente organizzati.
Hvs !
Ugo Barlozzetti, 22/11/2021
P.S. Aderite ai liberi circoli di cacciatori degli assassini del congiuntivo e alla rete di difesa dall’anglolalia e dall’occheismo.
cm.14X20 Gallery keskus,Tampere
expo da 08/12/2012 a 12/01/2013
intervento pubblicato su Facebook
La notizia di stamattina è che nel congresso americano sta aumentando il supporto per l’idea di boicottare in qualche forma i prossimi giochi olimpici, che saranno in Cina. Poche settimane fa, la NATO ha ufficialmente ri-orientato il suo obiettivo strategico: il nuovo nemico è ora ufficialmente la Cina. Biden non perde occasione per ripetere che fa quello che fa perché l’America ha un avversario: la Cina. L’essenziale per l’America è essere più forte della Cina. Perfino il grande investimento in infrastrutture, problema squisitamente interno, è stato venduto politicamente “per essere più forti della Cina”.
I media occidentali non perdono occasione per presentare la Cina come aggressiva e metterla in cattiva luce. Se I Cinesi mettono in prigione i dissidenti di Hong Kong, questa è la prova che la Cina è una feroce dittatura. Se gli spagnoli mettono i prigione i politici Catalani, queste sono le difficoltà di una complessa situazione politica: chi la vuole una Catalonia indipendente in Europa, in fondo? Se navi da guerra Cinesi incrociano nel South China See (non lontano dalle coste Cinesi), questa è la prova della sfrontata aggressività militare cinese. Se navi da guerra americane incrociano nello stesso mare (dall’altra parte del globo rispetto all’America) questa è la prova della generosità Americana nel difendere i deboli. Se i Cinesi hanno problemi con l’estremismo mussulmano nell’Est, questo mostra il loro spietato razzismo. Se gli Americani invadono l’Afghanistan e fanno duecentomila morti fra i mussulmani Afghani, questo mostra quanto gli Americani ci tengono all’educazione delle ragazze.
Se l’Occidente è più ricco, questo è una prova della superiorità del suo sistema politico: se l’economia della Cina cresce cinque volte più veloce di quella occidentale, questo è una prova di quanto la Cina imbrogli. Se gli Occidentali investono in Africa, è per aiutare lo sviluppo in Africa. Se i Cinesi investono in Africa, è per malvagie mire di dominio sul mondo. Se i Cinesi si entusiasmano per un film in cui si esalta l’eroismo dei soldati cinesi nella guerra in Corea, i media occidentali urlano contro la “ovvia” sporca propaganda nazionalistica cinese.
Se per decenni Hollywood ci ha sommerso di eroici e nobilissimi soldati Americani contro malvagi tedeschi, questa è libertà di espressione e simpatico patriottismo Yankee.
Tutti i paesi stanno aumentando la spesa per gli armamenti. Di una possibile guerra per il controllo di Taiwan si parla sempre di più. L’Occidente è in frenesia, preda di una nuova ossessione anti-cinese.
Fermiamo, vi prego, questa ennesima follia dell’umanità.
L’umanità ha problemi seri: il riscaldamento climatico, le pandemie, la povertà estrema che attanaglia ancora buona parte degli umani (l’unico paese che è ha combattuto efficientemente la povertà estrema negli ultimi decenni è stata la Cina: la povertà estrema è diminuita nel mondo, ma se si leva la Cina dal conto, è aumentata).
L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è continuare questi giochi di chi è il galletto più galletto del pollaio. Giochi che per secoli non hanno portato che devastazione e infinito dolore.
Possiamo avere sistemi politici diversi, ideologie diverse, possiamo non desiderare di vivere in un sistema politico o ideologico diverso dal nostro a cui siamo abituati (dati di ricercatori americani indicano che la Cina è uno dei paesi la cui popolazione è maggiormente soddisfatta del proprio governo.) Possiamo essere diversi, e lo stesso convivere su questo pianeta, senza doverci considerare nemici e senza nutrire ostilità. Ciascuna parte del mondo ha sufficienti problemi interni: che risolva quelli, invece costruire armi per dare lezioni agli altri, per imporre la propria pelosa ‘moralità’….
Prendiamo atto che la gloriosa global-liberalizzazione che doveva contraddistinguere la fine della storia e diffondere urbi et orbi i valori della società occidentale, libertà e democrazia in assoluto e universale libero mercato (in versione Coca Cola & Co) è finita quando la Cina ha giocato lo stesso gioco, ed ha vinto.
Nella competizione internazionale gli Usa hanno perso e cercano di correre ai ripari alzando barriere e minacciando guerre, abbandonando l’ideologia del liberismo e rispolverando le bandiere della crociata per la libertà e la democrazia contro le barbarie (comuniste, mussulmane, marziane …).
È in atto sul piano geopolitico una riaggregazione per aree geografiche, sulla base di interessi politici regionali e teso al controllo diretto delle sempre più scarse risorse, alla faccia della precedente conclamata universalità.
Nello scontro USA-CINA occorre vedere da che parte stanno gli interessi europei: gli americani li abbiamo provati e li stiamo subendo: da loro ne abbiamo ricavato una subordinazione patologica in tutti i campi, in primis in quello politico, basti pensare alla loro ostilità all’idea stessa di Europa unita, all’imposizione della Nato, al ruolo della finanza (esportazione delle bolle) e a quello delle commesse industriali…
I cinesi sembra che operino sul piano dei rapporti commerciali e che culturalmente non siano interessati ad esportare i loro valori culturali e relativa visione del mondo. Occhio al fattore “per ora”, ma certamente sarebbero meno invasivi degli yankee.
È quindi meglio pensare in termini di autonomia. Gli stati nazionali sono palesemente fuori da ogni gioco per cui il soggetto Europa è un passo obbligato. Occorre considerare il fatto che la rivalutazione della politica sull’economia è comunque una condizione che può favorire la democrazia: i governi sono sempre più visibili e quindi controllabili della finanza internazionale.
Per l’Europa potrebbe essere l’occasione per definire una propria identità politica ed un ruolo adeguati ai compiti che il momento storico richiede.
Tra i due giganti in lizza (e anche altri come l’India, un nascente asse sud americano, un blocco africano, ipercaliffato …) l’Europa non à un nano, non lo è nei numeri: popolazione, reddito, istruzione, … ma sopratutto ha molti numeri sul piano culturale e quello della visione politica, basti pensare al welfare, ai diritti, al ruolo del Terzo settore, alla pratica dell’economia mista non del tutto rovinata dalla sciagurata adesione alla filosofia reagan-teacheriana degli anni post dissoluzione dell’Urss.
È ovvio che deve trattarsi di un’altra Europa, diversa da quella che vediamo. Basta al principio dell’unanimità, al ricatto negoziale delle pulci, basta ai sovranismi che in nome delle radici cristiane dell’Europa attivano politiche ed atti barbarici e disumani che di cristiano non hanno proprio niente.
Anche in questo caso val la pena di richiamare il principio che ogni crisi è anche un’occasione.
Speriamo che in Europa si affermino personaggi politici all’altezza della bisogna, le masse da sole … lasciamo perdere.
Noi vaccinati, di sinistra, di destra, di centro, di sopra, di sotto, di sbieco e di diritto, piacenti e spiacenti, convinti e non convinti, spavaldi o impauriti, sicuri o dubbiosi, … noi vaccinati non siamo succubi di Big Pharma, né dei Poteri Forti, né del Diavolo, né di Putin, né imparentati con Burioni o Bassetti, nemmeno parenti di Draghi e draghetti.
Noi vaccinati abbiamo un’anima, certo diversa da chi rifiuta il vaccino, abbiamo in testa un’idea, l’idea di non essere meritevoli di vivere al mondo “solo” noi..
Ci siamo vaccinati per difendere “anche” la nostra vita, ma spesso ci siamo vaccinati per difendere quella dei figli, dei padri, dei nonni, ma anche la vita della cassiera della Coop, del fruttivendolo, del giornalaio, del parrucchiere, dello sconosciuto che ci sta accanto sul bus.
Noi vaccinati non ci siamo vaccinati per caso, abbiamo riflettuto su quante persone sono vive e sane grazie ai vaccini precedenti, abbiamo ascoltato e dato retta a chi ha passato giorni e notti a cercare una soluzione, ovvero il vaccino, così come i farmaci che stanno per essere immessi nel mercato, abbiamo valutato il rapporto tra il rischio e il beneficio (oh, quanto è stupido questo rapporto, come se ogni volta che entro in autostrada dovessi valutare il rapporto tra il beneficio della mia guida e il rischio di trovare un ubriaco o un demente che sbaglia la corsia e mi viene incontro facendomi secco, non sapete quanta gente conosco che s’è trovata in ospedale col femore rotto, attraversando sulle strisce, forse dovevano valutare il rapporto rischio beneficio ? eppure i più prudenti continuano ad attraversare la strada sulle strisce).
Noi vaccinati non abbiamo pensato che i vaccinatori erano nazisti, forse perché ci ricordiamo qual’erano le “attenzioni” che nazisti e fascisti riservavano alle persone per bene, specialmente se ebrei.
Noi vaccinati abbiamo pensato a far morire meno persone, a liberare le strutture sanitarie dai malati di Covid, consentendo agli ammalati di tumori, di cardiopatia, di malattia gravi di potere entrare in ospedale senza paura e curarsi anche loro perché ne hanno diritto.
Noi vaccinati abbiamo dato il nostro piccolo ma indispensabile contributo alla ripartenza dell’economia e non siamo andati per le vie a declamare la “nostra” libertà, perché per noi la libertà dalla malattia è una cosa che non si discute, e la libertà di evitare la malattia al nostro prossimo è un gran segno di civiltà.
Noi vaccinati ci siamo vaccinati non perché ce l’ha suggerito un partito o un ‘ideologia. E’ bastato il nostro istinto di specie, l’istinto di vita, a farci prendere la decisione.
Noi vaccinati non sopportiamo di passare da fessi, permettendo ai non vaccinati di sfruttare la minor probabilità di ammalarsi grazie alla nostra vaccinazione e pagando i loro tamponi per permettere loro di non vaccinarsi in eterno.
Noi vaccinati cominciamo ad arrabbiarci.
Una minoranza non può sopraffare una maggioranza.
E la maggioranza sta cominciando a perdere la pazienza.
Buongiorno cara Grande Aringa,
mi permetto di inviarti alcune considerazioni che proprio mi scappano di mano:
1) La sentenza di assoluzione per un assassino negli Usa: mi pare che la mancata, adeguata, denuncia dell’ipocrisia di uno stato che usa i diritti umani come clava nei confronti della sovranità altrui, tollerando le peggiori infamie dei regimi amici o servi, dimostri, ancora una volta, non solo la malafede sia di quei giudici o dei giurati, ma il grado di asservimento del sistema di comunicazione dei paesi sedicenti liberal-democratici, termine peraltro che corrisponde a un ircocervo storico politico perché il liberalismo è ben diverso dalla democrazia. In relazione all’assassino statunitense non mi so rendere conto come possano aver considerata la sua azione come di legittima difesa: la distanza per l’uso del fucile dimostra la distanza da una minaccia tale da dover reagire sparando addirittura su tre bersagli.
2) Sta ripartendo la canea contro la repubblica popolare cinese perché dobbiamo aiutare i periclitanti profitti dei padroni che si appoggiano alla potenza militare statunitense a iugulare meglio i concorrenti e soprattutto il mondo del lavoro. Dalla tennista agli Uiguri, ai diritti umani così rispettati, per esempio da un importante membro delle Nato come Erdogan o dagli “amici” delle petromonarchie del golfo…
3) Ma papa Francesco al clero polacco non fa arrivare nessun messaggio a proposito dei profughi? Quelli che arrivano in Italia sono accolti ( per poi, in molti casi farli sfruttare ben bene dalle organizzazioni criminali o dalle associazioni “buoniste”) e la Nato non si sente minacciata come se Tunisia e quella che era la Libia non possano infiltrare birbaccioni.
4) A Firenze si è tenuto il Festival delle religioni (sic!) ma come è stato promosso l’Islam, e come è stato affrontato il problema della tolleranza ?Anche sull’Islam c’è un’ipocrisia devastante, basterebbe leggere il Corano e un manuale di storia
5) Sto diffondendo i liberi circoli di cacciatori degli assassini del congiuntivo, la rete dei difensori della lingua italiana contro l’anglolalia e l’occheismo. Mi sembra il minimo per ricordare, degnamente, il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri
Hvs
Ugo Barlozzetti, 21/11/2021
Il Matteo che da Rignano
nell’Arabia piano piano
ha raggiunto un gran successo
a Leopolda è andato al cesso.
Di sinistra io non sono,
non è un peccato che perdono;
della destra non fo parte,
ecco dunque le mie carte:
tutto quel che dico e faccio
ad altrui io lo rinfaccio.
Son ganzo se l’appoggio
sono fico se l’abbatto
il governo è mio fantoccio,
senza me non si fa niente
lo capisce tutta gente.
Dunque: cari state boni,
tanti sono poi i soldoni
che verranno, a profusione
come mai il Berluscone
seppe allora elargire,
e date retta al mio dire:
conta meno il capitale
della fuffa che sai dare.
Quel ch’io dico solo vale.
tutto il resto poco cale
son Marchese e me ne vanto
e a tutti voi ve lo schianto
Il Baffo Aretino, 21/11/2021