7 novembre 1921

Inizia la Rivoluzione d’Ottobre

“Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più schiavo, ma uomo libero.” Con le parole di Lenin per ricordare la Rivoluzione Russa, 7 novembre 1917.

Stalin, Lenin, Kalinin
Assalto al Palazzo d’Inverno

Coro dell’Armata Rossa. Inno dell’Unione Sovietica https://www.youtube.com/watch?v=knzDT7-7HEg

Il fantasma dell’operetta

(Berlusconi aleggia sul Quirinale …)

C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi, d’antico … No, non è L’aquilone di Giovanni Pascoli che vola sulle nostre teste nostalgiche di un’infanzia poetica perduta, ma un incubo senza fine che ha un nome e un cognome: Silvio Berlusconi. E’ l’eterna fenice che risorge dalle ceneri, quella del plurindagato, del condannato, del satiro, del mentitore, dell’autocrate che piega il parlamento ai suoi interessi, del fenomeno da baraccone che ha fatto ridere il mondo … Lui, la vergogna dell’Italia che sembrava finito, devastato nel fisico e nel morale … Una maschera indecente e grottesca, disfatto, rifatto, plastificato, incollato, un vero replicante del mostro di Frankenstein, un fantasma da operetta, l’emblema inconfondibile di un’Italia ridicola. Condannato, caduto … risorto! L’uomo dei miracoli, l’uomo del destino (non il primo, però), dai mille ricicli che spunta sempre quando l’Italia è caduta talmente in basso da credere di avere bisogno di lui. Un’Italia che, appena prova a rialzare la testa viene respinta al suo stato primordiale, al suo incombente fattore B – la bestia.

Ma ciò che colpisce e disorienta di più, in questo scenario da incubo senza fine, è l’aplomb con cui, nei vari salotti televisivi, si discetta dell’ipotesi più inverosimile – l’ascesa al Colle di B – come se fosse realistica. Non si colgono né ironia, né un’adeguata indignazione, né stupore. Se ne parla seriamente, ragionevolmente, tranquillamente come di una eventualità politica di ordinaria amministrazione. A forza di evocarlo – il fantasma dell’operetta – si materializza, diventa realtà. I vari opinionisti fanno a gara a chi prende più sul serio questa inverosimile ipotesi, vuoi per condividerla, vuoi per criticarla, spendendosi in sottili analisi politiche, valutando, soppesando i pro e i contro … Mai nessuno che si alzi in piedi, esploda in una risata omerica e gridi: Il re è nudo!! Basta coi cazzeggi, parliamo di cose serie! A forza di fingere di crederci, si finisce per crederci davvero, di rendere l’inconcepibile, possibile. Un’assurdità ripetuta tante volte diventa normalità. E’ lo stravolgimento beffardo della fiaba de La bella e la bestia, laddove non l’amore, ma i media, al servizio dei giochi sporchi del potere, ipnotizzano il popolo per fargli credere che la bestia sia un principe.

Anna Maria Guideri, 01-11-2021

Matteo d’Arabia

Il sor Matteo cammellato
in Arabia se n’è andato.
Vuole fare lo stilita
ma il cammin è assai in salita.
Come fece Sant’Antonio
lu nemicu del lu demonio
Sant’Antonio al lu deserto
il sor Matteo è a cielo aperto.
A Dubai non s’encaglia.
ché li guadrini non son paglia.
Sol per far opere buone
e lui prepara il ribaltone.
San Matteo non lo inganni
rigirar sa bene i danni
È stilita ma è pur vero che
lui lo stil lo infila a te.

Il Baffo Aretino, 28/10/2021

Americana 2

Qualche aggiornamento dalla stampa

Fabrizio Tonello, Il Manifesto, 27.10.2021

Tutti gli uomini di Trump. Le menti del tentato golpe

Stati uniti. Bannon, avvocati, deputati del Gop sono dietro il piano per sabotare l’elezione di Biden

Guido Moltedo, Il Manifesto, 24.10.2021

Biden in difficoltà, e Trump si riprende la scena

Stati Uniti. Il 2 novembre ci sarà un test, piccolo ma significativo, per misurare la forza attuale di Trump e della sua capacità di leadership e di traino del Partito repubblicano. E sarà un assaggio

Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera,· 23 ott 2021

«L’America difenderà Taiwan militarmente»
La sfida di Biden, l’ira di Pechino

Ma il presidente Usa assicura: «Non vogliamo la Guerra fredda»

Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera 23 ott 2021

Taiwan e i pericoli non visti

L’uscita, netta, di Joe Biden su Taiwan ha suscitato la dura reazione di Pechino, ma ha anche spiazzato la politica americana e la comunità internazionale. Giovedì sera il presidente ha partecipato a un incontro con il pubblico organizzato dalla Cnn a Baltimora. Il tema principale era la manovra economica, in difficoltà al Congresso. Ma è bastata la domanda posta da uno studente del Connecticut per dettare i titoli di apertura dei media americani. «Presidente che cosa farà se la Cina dovesse attaccare Taiwan? Ordinerebbe un’azione militare?» Biden ha risposto due volte «sì», spiegando: «Abbiamo assunto un sacro impegno per difendere Taiwan».

Daniele Raineri, Il Foglio Quotidiano,·23 ott 2021

Il piano Eastman

Oggi l’inventore del golpe al Congresso si pente, “una follia!”, ma la marea Trumpiana sale

Guido Caldiron, Il Manifesto, 17.10.2021

Come sopravvivere al sogno americano

Intervista. Un incontro con la giornalista Jessica Bruder, oggi ospite al Salone del libro di Torino per discutere di «Nomadland» (edito da Clichy). Dalla sua inchiesta, con cui ha dato voce a chi lotta per l’esistenza in un paese divenuto avaro di certezze, è nato il film vincitore dell’Oscar. «Dal modo in cui chi vive in camper e roulotte si sostiene in assenza di un vero welfare, ho imparato il valore della solidarietà e dignità»

Nomadland : un racconto d’inchiesta / Jessica Bruder ; lettura di Enzo Bianchi
Feltre : Centro internazionale del libro parlato, 2021
Registrazione sonora non musicale – Monografia [IT\ICCU\MOD\1727796]
http://id.sbn.it/bid/MOD1727796

Bruder, Jessica
Nomadland : un racconto d’inchiesta / Jessica Bruder ; traduzione di Giada Diano
Firenze : Clichy, 2020
Testo – Monografia [IT\ICCU\UBO\4466651]
http://id.sbn.it/bid/UBO4466651

Fabrizio Tonello, Il Manifesto 16.10.2021

Salari in stagnazione da 50 anni, negli Usa
non resta che licenziarsi

Terremoti economici. Scioperi a macchia di leopardo in tutti i settori e una valanga di dimissioni volontarie, ben 4,3 milioni lo scorso agosto. È crisi dell’impiego e delle assunzioni negli Stati uniti. «Nessuno lo chiama sciopero generale – dice l’economista Robert Reich – ma pur non essendo organizzato è in realtà collegato agli scioperi organizzati che scoppiano in tutto il paese: troupe televisive e cinematografiche di Hollywood, lavoratori della John Deere, minatori di carbone dell’Alabama, lavoratori della Nabisco, lavoratori della Kellogg, infermieri in California, operatori sanitari a Buffalo…