Si ride un po’ di tutto,
del bello e anche del brutto.
Del bello abituato
ad essere lodato,
che si sente un apollo
e non è che un pollo …
Del brutto se è egoista,
falso ed opportunista.
Si ride del potere
che non vuol far vedere
la propria debolezza
e ostenta sicurezza.
Ridiam dell’ignoranza
che mostra tracotanza;
si spaccia per cultura
e fa brutta figura.
Si ride di noi stessi
se siamo un po’ malmessi …
Viva l’autoironia
che il pianto porta via,
medica le ferite
ancora non guarite.
Ridere con misura
per scacciar la paura,
evitare gli eccessi,
far coraggio a noi stessi …
Contro le avversità
usar l’ilarità …
anche contro la morte,
la nostra triste sorte.
Ed infine si ride
anche di chi deride,
si sente superiore
a chi crede inferiore …
Ma anche se io spesso
so rider di me stesso
certo non mi è permesso
ridere di chi è oppresso,
di chi ha un destino avverso
solo perché è diverso,
di chi è perseguitato,
straniero, emarginato,
o libero non è
di essere com’è.
Ridere ci protegge
da ciò che non si regge;
ci dona leggerezza,
protrae la giovinezza …
ma non ha la libertà
di usar la crudeltà.
Anna Maria Guideri, 20-05-2024