Sulle elezioni

Molti stanno commentando i risultati elettorali mettendo in evidenza l’alto livello di astensionismo…Addirittura, molti ne traggono presagi infausti sulle sorti della democrazia. Non sono d’accordo, anzi VOGLIO ANDARE CONTROCORRENTE. Questo basso livello di partecipazione può essere ricondotto a due fenomeni che chi studia i comportamenti elettorali ha individuato da tempo.

Primo: il cosiddetto “astensionismo intermittente”, Secondo: l’astensionismo “asimmetrico”. Cosa si intende? Si intende che molti elettori decidono oramai se e quando votare di volta in volta; e che,, specie alle elezioni amministrative, contano una serie di fattori che possono spingere al non voto. Se ne possono elencare molti: la scelta di candidati sbagliati, e soprattutto la “smobilitazione” di alcuni segmenti dell’elettorato, e non di altri. E poi il “clima” generale”: chi “sente” che la propria parte è in difficoltà, che non si sta in realtà impegnando molto, è divisa, ecc. – costoro se ne stanno a casa….Al secondo turno, poi, va anche “peggio”: molta gente che aveva votato una lista e magari un amico come consigliere, non hanno più spinta a votare al ballottaggio: storicamente ai ballottaggi c’è sempre stato un 10-15% in meno di votanti, a cominciare da quelli che non hanno più il loro candidato. Quindi l’astensione è un fatto politico, non solo e non sempre segno di distacco e di sfiducia generalizzata.

Nel nostro caso, in particolare, molti elettori del centrodestra se ne sono rimasti a casa, perché hanno visto e sentito un messaggio di divisione e di scontro interno al CD, perché non hanno apprezzato il modo di rapportarsi del CD alla gestione della pandemia, perché avevano candidati deboli, e si potrebbe continuare. Poi c’è stato una quota di astensionismo di ex-elettori del M5S: vedremo meglio nei prossimi giorni l’entità di questo non-voto e attraverso l’analisi del flussi vedremo in particolare in che quota gli ex elettori della Raggi e della Appendino hanno votato per Gualtieri e Lo Russo. Dalle prime analisi dell’Istituto Cattaneo su Torino, (vedi il Corriere della sera di oggi, martedì 19, pag. 10) emerge come il 10% di voti che era stato raccolto al primo turno dalla candidata del M5S si è diviso pressappoco a metà tra il candidato del centrosinistra Lo Russo e l’astensione: quasi nessuno a destra…

E allora: il fatto che il Centrosinistra vinca in queste condizioni certamente deve indurre alla cautela, in vista delle politiche del 2023: nessun facile euforia. Ma il fatto che molti elettori del CD si siano “scoraggiati” e abbiano “smobilitato” è esso stesso un fatto politico: non è detto che – tra Salvini e Meloni – anche alle politiche saranno poi così entusiasti….E così pure per il M5S: è notorio che il M5S vada male alle elezioni locali (nel 2016 le vittorie a Roma e Torino furono il frutto del suicidio politico del PD renziano….): fatto sta che ieri pomeriggio stesso, il sondaggio SWG presentato da Mentana (così come hanno fatto altri sondaggi nelle settimane scorse) continua a dare il M5S intorno al 16%: vi pare poco, per un movimento “moribondo”, come si ostinano a dire i commentatori più malevoli e ostili? Anche qui, ci andrei cauto….

Antonio Floridia, 18-10-2021