Alla cerimonia funebre innumerevoli sono le manifestazioni di affetto e di sincero cordoglio. La parte migliore del corpo elettorale é con te.
La leggenda del santo corruttore
Il Fatto Quotidiano14 Jun 2023 Marco Travaglio
Agli innumerevoli delitti commessi da vivo, B. ne ha aggiunto un ultimo da morto. Il più imperdonabile: averci lasciato questa corte di vedove (non le due vere e quella finta: tutte le altre), prefiche, leccaculi, paraculi, piduisti, terzisti, parassiti, prosseneti, camerieri, servi sciocchi e soprattutto furbi che da due giorni lacrimano per finta (solo lui riusciva a piangere davvero a comando) a reti unificate, devastando quel po’ di informazione e di dignità nazionale che gli erano sopravvissute.
Il giorno di lutto nazionale e i sette di lutto parlamentare, più che a B., sono un omaggio a Fantozzi e ai funerali della madre del megadirettore naturale conte Lamberti, immaturamente scomparsa all’età di 126 anni. Ora mancano solo la Coppa Cobram di ciclismo da Arcore a Pinerolo e la statua del de cuius all’ingresso del fu Parlamento, con inchino forzato e craniata incorporata per i cari inferiori.
Le cascate di saliva che tracimano da ogni canale tv e da ogni giornale regalano perle inimmaginabili persino nei suoi anni d’oro. L’ex conduttore Mediaset intervista su La7 il suo editore ex Mediaset su quanto era buono e democratico l’editore precedente che stipendiava entrambi prima che lo mollassero perché era troppo buono e democratico. L’ex direttore del Corriere Paolo Mieli si pente in diretta dell’unico scoop della sua vita, sull’invito a comparire del ’94 a B. per le mazzette alla Guardia di Finanza, accusa i pm di non averlo torchiato a dovere per estorcergli le sue fonti che lui avrebbe senz’altro spiattellato in barba alla deontologia professionale, e comunque si scusa pubblicamente per aver pubblicato una notizia vera. Renzi, un Berlusconi che non ce l’ha fatta, saltella da una rete all’altra per leccare la bara a distanza, sperando di ereditare qualche briciola dal desco del caro estinto, peraltro invano (a parte i processi). Il rag. Cerasa, un Sallusti che non ce l’ha fatta, dipinge sul Foglio col pennino intinto nella bava il leader più estremista e populista mai visto in Europa come “argine all’estremismo e al populismo” e, siccome era culo e camicia con Putin, pure come “seduttore atlantista”. Attori, registi e soubrette “de sinistra” spendono capitali in necrologi piangenti per l’amico Silvio, sperando che pure gli eredi si ricordino degli amici. Francesco Gaetano Caltagirone svela finalmente chi fa i titoli e gli editoriali del suo Messaggero, firmandone finalmente uno al posto dei soliti nom de plume: “Un uomo che ha lasciato un’orma profonda”. Più che altro, un’impronta digitale. E un vuoto incolmabile nelle casse dell’erario.
Un grande statista che ha saputo interpretare i valori più genuini del popolo ed incanalarli nell’alveo di una grande visione politica e morale.
Sandra Vegni da Facebook suggerisci “Da un amico ‘poeta’”
Lutto nazionale
Sì, è morto il caimano,
un artista dell’imbroglio.
C’è chi brinda, fiasco in mano,
chi rispetta per cordoglio.
Io che sono un elefante
no, non perdo la memoria:
sarò forse inelegante,
ma non scordo la sua storia.
Che per me fu troppo lunga:
troppo spesso fu al governo,
fra festini e bunga bunga,
per l’Italia fu un inferno.
Trenta volte fu a processo:
per il fisco, per tangenti,
corruzione, mafia, sesso …
Ma con mille accorgimenti,
avvocati e prescrizioni,
lui rimase sempre in sella,
non conobbe le prigioni.
La morale? Sempre quella:
con tivù ed i giornali,
leccaculo ed i milioni,
andò in culo ai tribunali
rimanendo fra i coglioni.
C’è chi dice: “che grand’uomo,
gli dobbiamo devozione,
funerali in piazza Duomo!”:
mezza Italia in commozione.
Ma non basta cattedrale,
fra le scelte scellerate:
anche il lutto nazionale!
Son finite pagliacciate?
L’altra faccia della luna,
sono tanti, per fortuna,
alzerà un bel boccale
per un … rutto universale!