(La dietrologia quirinalizia come arma di confusione di massa)
Quanto più Draghi cerca di sfuggire all’assalto della stampa con dichiarazioni oblique o elusive in merito alla sua disponibilità a candidarsi al Colle, tanto più la fantasia dei giornalisti si sbizzarrisce prodigandosi in ipotesi tanto varie quanto poco supportate da riscontri oggettivi. Mancando di dichiarazioni esplicite da parte del designato – a furor di media – al Quirinale, i giornali si esercitano nel difficile compito di interpretare e di processare – più o meno fantasiosamente – le sue intenzioni. Con lo zelo e la pignoleria dell’entomologo, vengono esaminati i suoi silenzi, il suo, dire e non dire, i suoi mezzi sorrisi, la sua mordacchia alla stampa … Quale sarà il futuro di questo grande uomo che tutto il mondo ci invidia, che porta in dote all’Italia imprese finanziarie gloriose ed ha davanti a sé, alla sua bella età, praterie sterminate da percorrere, lancia in resta, sul cavallo bianco ? Sarà lui che ci libererà dall’incubo del cavaliere nero? Oppure rimarrà a fare il capo del governo, o – ultima spiaggia – si accontenterà più modestamente, di fare il nonno portando i nipotini ai giardinetti? Qualunque cosa dica – o non dica – ognuno, a seconda dell’area politica ed editoriale di riferimento , la interpreta a modo suo ed è molto raro che venga dato credito a ciò che viene detto apertamente. Cosa ci sarà dietro ai suoi silenzi? Cosa ci sarà dietro alle sue parole? Mai che ci si fermi un attimo a pensare a cosa c’è davanti. Se tace, acconsente, se dice qualcosa, ne vuol dire un’altra; se dichiara di essere un nonno, vuol dire che pensa al Quirinale, se si rimette alla volontà del Parlamento, vuol dire che lo tira per la giacchetta per farsi eleggere … Ma anche le parole di Mattarella, che pure ha dichiarato ripetutamente e in modo inequivocabile di non voler continuare il suo mandato, sono oggetto di varie e arbitrarie supposizioni da parte dei media. E’ il Totò Quirinale che imperversa e che spinge ad oltrepassare i confini della realtà, ad inseguire i propri sogni, pardon, i propri ineressi. E’ vero, fermarsi a ciò che è evidente, può risultare limitante e fuorviante, ma saltarlo del tutto a piè pari per forzare la situazione nella direzione desiderata da chi ha corposi interessi in gioco, è altrettanto sbagliato e cinicamente strumentale. Una cosa è certa: Draghi ha contribuito, forse a sua insaputa, forse suo malgrado, a dare un forte impulso alla cultura dietrologica del nostro paese, ma non se ne sentiva proprio il bisogno, visto l‘uso che ne viene fatto dai no vax. Decodificare i segni di Draghi è un’impresa ardua che trova, nella lontana decifrazione dei geroglifici egiziani, uno storico e illustre precedente.
Anna Maria Guideri, 15-01.2022