Trump, linea rossa dell’indecenza?

Diario da Cacania 10 agosto 2022

Resto di stucco. Il personaggio Trump trova da noi solidarietà inaspettate. E non da destra, ove ci si preoccupa di non apparire troppo palesemente fascisti e si veste la maschera della moderazione, anche se gli effetti non sono particolarmente convincenti.
Nonostante che il personaggio Trump sia talmente grottesco, simbionte solo di una neoplebe americana da film trash e decisamente improponibile al di fuori del suo naturale contesto, c’è un gruppo di intellettuali e di compagni ex PCI che si arrampica sugli specchi per sostenere le peggiori espressioni delle destre americane.
Il caso Trump è emblematico. Sul piano delle politiche non ci sono grandi differenze tra repubblicani e democratici. Obama, cui è stato dato un nobel per la pace prima ancora di cominciare a governare, è stato il presidente che ha fatto più guerre di tutti durante i suoi mandati. A suo tempo JFK in quanto ad avventurismo internazionale non scherzava. E che dire della Clinton (sia vice che aspirante). Per non parlare della Pelosi, Speaker democratica della Camera che va in Oriente a provocare la Cina al palese fine di cercare di strappare qualche voto alle prossime elezioni. Biden, non contento di tutte le guerre che sta finanziando e fomentando, ha avviato un’aggressione alla Russia e di fatto all’Europa, aprendo in contemporanea un altro confronto con la Cina. L’incoscienza di aprire più fronti, militari commerciali e politici senza avere probabilmente piena contezza del fatto che ha dato inizio  a tutti gli effetti alla III Guerra mondiale, non ne fa uno statista particolarmente brillante. Quindi per me l’americano buono è quello che condivide lo status auspicato per l’indiano del Far West. Ma resta il fatto che non è assolutamente comprensibile che un cittadino italiano, mediamente democratico  liberale, di cultura media, in alcuni casi addirittura ex militante di un partito comunista o socialista,  possa manifestare  anche solo  un accenno di minima simpatia per un personaggio grottesco, palesemente fascista (non in senso storico e neppure in quello morale alla Eco, no fascista fascista) come Trump. E’ impressionante vedere la somiglianza delle espressioni demagogiche di Trump e del Duce, già la cosa dovrebbe far rizzare il pelo anche a prescindere dal merito. Se poi si adduce il pretesto del male minore: “è un figlio di puttana ma è il nostro figlio di puttana”, non è che la cosa migliori: perché nostro?  (loro ovviamente). In nome di  un anticomunismo verso comunisti che non ci sono? per un’adesione ad ideali di libertà e democrazia che palesemente calpestano? un’empatia nei confronti di soggetti affetti da disturbi della personalità? Forse è questa la motivazione più probabile. La cultura di sinistra è stata sempre caratterizzata da un profondo senso di solidarietà umana, che probabilmente rimane anche quando si dirotta. Un po’ come il primo amore. La simpatia per Trump da parte di costoro sarebbe dunque un residuo di empatia indotta dai neuroni specchio, per cui il primate s’immedesima nel soggetto osservato e ne condivide lo stato di sofferenza. Se è solo filing animale, va bene, tra bestie ci si intende.

Gian Luigi Betti 10 agosto 2022

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