UN 4 NOVEMBRE CONTRO LA GUERRA

Come ogni anno dal 2012 (abbiamo saltato il 2020 causa covid) l’Istituto Ernesto De Martino ed il Comitato “Fermiamo la guerra” di Firenze, con il sostegno di altre realtà, promuovono l’iniziativa “Canzoni contro la guerra” (vedi il programma qui di seguito ed in allegato) con l’intento di presentare un’alternativa alla celebrazione della guerra ’15-’18 e della ” vittoria” (vittoria come? perché? per chi) che la concluse.
Si trattò di un’ “inutile strage”, come pure fu definita, che costò la vita a centinaia di migliaia di uomini (quasi 700.000 le vittime italiane, a cui vanno aggiunte quelle del fronte opposto, su cui va riversata ugualmente la nostra “pietas”), causò ferite e mutilazioni a un numero altissimo di persone, provocò immense sofferenze a coloro che condussero per mesi ed anni la vita di trincea e furono costretti ad andare all’attacco, sotto il fuoco delle mitragliatrici, per conquistare pochi metri di terra.
Andrebbero riprese altre iniziative contro la guerra, iniziative portate avanti nel passato, ma oggi abbastanza trascurate, e cioè:
– l’obiezione fiscale alle spese militari, che abbiamo praticato per qualche anno nel secolo scorso;
– i volantinaggi, con le ragioni del “ripudio della guerra”, così com’è affermato nella Costituzione, da attuare il 4 novembre (laddove si celebra “la vittoria”);
– le campagne per cambiare il nome di strade e piazze intitolate al generale Cadorna, che ordinò le fucilazioni dei soldati che si ribellavano alla guerra (ed a personaggi simili a lui);
– le mobilitazioni contro le guerre in atto oggi (mobilitazioni che vi sono state, a livello di massa, all’inizio degli anni 2000 – vedi, fra le altre, la straordinaria manifestazione che concluse nel 2002 il Forum Sociale Europeo di Firenze -, quando il movimento pacifista era divenuto, a detta del”New York Times”, la “seconda potenza mondiale” -);
– l’opposizione contro ogni aumento delle spese militari, in Italia ed in Europa (con l’obiettivo, per usare le parole di Sandro Pertini “di trasformare gli arsenali in granai”);
– la ripresa di iniziative perchè l’Italia aderisca al TPAN (Trattato per l’abolizione delle Armi Nucleari), e di conseguenza non permetta che vi siano ordigni atomici sul suo territorio, e perché si conosca, e si sostenga, il sistema di difesa “non armata e nonviolenta” che persone del Movimento di Azione Nonviolenta (cito per tutti Aldo Capitini e Alberto L’Abate) hanno indicato come l’unica valida in un Paese che, costituzionalmente, “ripudia la guerra”;
– lo sviluppo di movimenti per l’occupazione, contro il precariato, contro le delocalizzazioni, per una svolta ecologica nel sistema produttivo, contro le grandi, e piccole, opere inutili e dannose – per l’ambiente e la qualità della vita delle persone -, tipo l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola a Firenze, su cui si vorrebbe investire anche parte dei fondi del PNRR – …, considerato che occorre un profondo intreccio tra mobilitazioni pacifiste e mobilitazioni sociali (a partire dalla lotta dei lavoratori e delle lavoratrici della GKN e dalla piena solidarietà a Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace).
Occorre riprendere le analisi e le proposte che furono avanzate nel periodo dei Social Forum, che avevano al centro, accanto ad altri obiettivi, il NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA.
Per avviare una nuova stagione di IMPEGNO PACIFISTA.

Moreno Biagioni, 3 novembre

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